Alessandro Intilia, l’allenatore degli sciatori paralimpici del Giappone arriva da Arta Terme

Da alcuni anni il 45enne è alla guida della nazionale nipponica, una delle più forti al mondo: «Esperienza incredibile, ora l’obiettivo è Cortina 2026

Viviana Zamarian
L’allenatore Intilia al centro con la squadra della Nazionale paralimpica di sci alpino del Giappone
L’allenatore Intilia al centro con la squadra della Nazionale paralimpica di sci alpino del Giappone

La neve fresca, mamma Gianna che gli insegna a sciare, proprio lì, sullo Zoncolan. Non aveva neanche tre anni, Alessandro Intilia, oggi 45enne, originario di Arta Terme («di Piano d’Arta, ci tengo» dice sorridendo) e residente a Pasian di Prato. È in quell’istante che nasce una passione. Quella che crescerà con lui, che lo farà diventare maestro di sci (Cortina diventerà la sua seconda casa, dove si forma come allenatore e crea legami di amicizia importanti), che lo accompagnerà lontano, fino al Giappone.

Là, nel Paese del Sol Levante, ci arriva come capo allenatore della nazionale paralimpica di sci alpino. «Dopo il Covid – racconta Intilia che incontriamo sullo Zoncolan con la famiglia, proprio dove tanto tempo fa imparò a sciare – ricevetti una proposta lavorativa dalla nazionale paralimpica italiana. Dopo una stagione, scrissi un messaggio nel gruppo degli allenatori della coppa del mondo per ringraziare per la bella e intensa avventura. Un mese dopo il presidente del comitato del Giappone mi contattò dicendo che mi avevano seguito e se ero interessato a intraprendere questo percorso».

Non è una scelta semplice, Intilia lo sa. I dubbi sono tanti. Ma alla fine decide di accettare e di intraprenderla questa avventura. «Così ho cominciato a collaborare – racconta –, ho trovato una squadra che a livello storico è una delle cinque più forti al mondo, ma che usciva da una stagione non facile. L’intero ambiente era destabilizzato». Il suo quartier generale diventa «il mondo. Ci alleniamo la maggior parte del tempo in Europa, spesso anche a Cortina. Io sono stato tre mesi in Giappone».

Intilia guida la squadra Élite, con cinque atleti già vincitori di Coppe del mondo e medaglie paralimpiche. Tra cui anche il veterano campione Taiki Morii. «Ho portato un cambio radicale nella squadra – afferma –, io lavoro con degli atleti e a livello tecnico ho cominciato ad allenarli come i loro colleghi normodotati. Non è stato semplice, abbiamo incontrati molti ostacoli, non è stato facile cambiare un modo di pensare radicato. Ma poi ce l’abbiamo fatta. La chiave di volta sono stati i tre podi, un primo posto e due secondi, alla Coppa del mondo svoltasi a Sella Nevea a marzo. Un’altra atleta, Momoka Muraoka è seconda nella coppa del mondo generale e ha conquistato sette podi in sette gare».

Ora si lavora per la Coppa del mondo di Maribor. «E poi c’è Cortina 2026, questo è il nostro obiettivo più importante. Per me vorrà dire tornare a casa e sarà un’emozione incredibile». Ormai Intilia ordina da mangiare in giapponese, ha visto Capitan Tsubasa in lingua originale e conosce le strade di Tokyo. «Sta vivendo un’esperienza «unica e irripetibile». —

 

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