Alla ricerca dei tesori sommersi nello Stella

Via alla quinta campagna di scavi archeologici nel fiume. Per Anaxum anche studiosi americani

PRECENICCO. Ha preso il via nelle acque del fiume Stella, nella Bassa friulana, la quinta campagna di archeologia subacquea guidata dall’Università di Udine nell’ambito del progetto Anaxum realizzato con la Soprintendenza archeologia del Friuli Venezia Giulia e il sostegno della Provincia di Udine. Si tratta dell’unico scavo archeologico didattico in ambiente fluviale a livello nazionale e internazionale.

Fino alla prima metà di agosto, quindi, gli archeo-sub dell’ateneo scandaglieranno i fondali nel tratto in Comune di Palazzolo. Le ricerche riguarderanno l’area di dispersione di reperti del sito “Stella 1” e più a nord di circa 2 chilometri, dove la via Annia attraversava il fiume.

La campagna 2015 – diretta da Massimo Capulli, coordinatore del progetto Anaxum e docente di metodologia della ricerca archeologica – è condotta da un team multidisciplinare di ricercatori ed esperti. Partecipano anche una dozzina di studenti, dottorandi e specializzandi dell’Università di Udine e di altri atenei italiani, nonché del partner progettuale Texas A&M University (Stati Uniti).

La campagna di ricerche, infatti, al carattere scientifico unisce la dimensione didattica perché dà agli studenti la possibilità di partecipare a una indagine archeologica in fiume. I giovani possono così migliorare le proprie abilità acquatiche e fare esperienza nell’utilizzo degli strumenti da scavo subacqueo.

Obiettivo del progetto Anaxum-Archeologia e storia di un paesaggio fluviale è indagare il paesaggio archeologico del fiume Stella. Cuore dell’iniziativa è un gruppo di ricerca interdisciplinare che utilizza il corso d’acqua come laboratorio per la formazione di archeologi subacquei in un ambiente problematico quale quello fluviale, sviluppando al tecniche geofisiche integrate e innovative.

Anaxum è nato nel 2011 dalla collaborazione tra il dipartimento di Storia e tutela dei beni culturali dell’Università di Udine e la Soprintendenza archeologia del Friuli Venezia Giulia. Collaborano al progetto, sostenuto ora anche dalla Provincia di Udine, la Texas A&M University e l’Institute of Nautical Archaeology (Stati Uniti), nonché gli atenei di Padova, Trieste e Sydney in Australia.

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