Alla ricerca delle armi di Gladio a villa Barnaba partono gli sfalci

Il sindaco di Buja: lì sotto ci potrebbe essere materiale bellico, intendiamo riportarlo alla luce  Il georadar ha rilevato la presenza di metalli nel sottosuolo di quella che fu la base della Wehrmacht
Buja 19 Marzo 2017 varie Copyright Petrussi Foto Press Turco Massimo
Buja 19 Marzo 2017 varie Copyright Petrussi Foto Press Turco Massimo
BUJA. Alla scoperta dell’antico rifugio sotterraneo della Wehrmacht e delle armi di Gladio.


A pochi mesi dall’acquisto di villa Barnaba da parte del Comune dopo una lunga trattativa con gli eredi dell’ex gerarca fascista, ora l’amministrazione comunale può finalmente intervenire in quel parco situato in centro a Santo Stefano, lasciato per tanti anni nell’incuria. Proprio in queste settimane la giunta comunale ha predisposto una variazione di bilancio da 10 mila euro che servirà per procedere allo sfalcio dell’area piana in cui sono localizzati i resti della villa che fu anche la base operativa della Wehrmacht in tempo di guerra. L’intervento servirà a ripulire una area dove non si interviene da moltissimi anni, procedendo alla mappatura della piante presenti in quel sito per comprendere il valore della flora prima di prevedere eventuali tagli di alberi.


Un modo per riaprire in futuro ai bujesi e a tutti i visitatori della cittadina collinare un’area verde molto suggestiva, ma anche per verificare che cosa ci sia sotto i resti di quella dimora novecentesca: «In passato – spiega il sindaco Stefano Bergagna –, utilizzando il georadar era stato possibile rilevare la presenza di metalli nel sottosuolo di quel sito. Ora, per sapere di cosa si tratti bisogna soltanto scavare e verificare. È chiaro che si tratta di un’operazione che non possiamo fare autonomamente ma sarà necessario avvisare la Prefettura e coinvolgere il genio militare: è nostra intenzione fare luce su quello che c’è lì sotto, anche perché potrebbe trattarsi di materiale bellico. Ora che la villa è nostra proprietà possiamo farlo».


Pier Arrigo Barnaba fu il primo paracadutista italiano, decorato con la medaglia al valor militare, divenne parlamentare nel corso del ventennio fascista e in seguito fu anche podestà a Udine. Finita la guerra e sciolto il fascismo, Barnaba fu eletto consigliere comunale nel capoluogo friulano in quota Movimento Sociale italiano. Nella sua vita ebbe anche molti contatti con i servizi segreti, tanto che quando nel 1978 furono celebrati i suoi funerali a Udine, vi partecipò Eugenio Henke, già capo del Sisde oltre al noto leader missino Giorgio Almirante. Il sindaco Bergagna ha sempre coltivato una passione sulla storia di Barnaba tanto che diversi anni fa firmò sul periodico locale “Buje pore nuje” una biografia dell’ex podestà di Udine.


«Nessuno è mai entrato in quella casa per verificare cosa c’è nei suoi scantinati – spiega il primo cittadino – e potrebbero anche esserci degli arsenali militari, di Gladio, P2 e varie vicende che fanno parte della storia d’Italia. Per Buja poter mettere in mostra nel museo di Monte testimonianze di quel tipo potrebbe essere importante».


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