Alla scuola Pitteri di Farra classe prima a rischio

È già caccia alle iscrizioni: ne servono almeno 15 per tenere in vita i corsi Il Comune scende in campo con l’obiettivo di convincere i genitori
Bumbaca Gorizia 10.02.2017 Scuola elementare Farra © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 10.02.2017 Scuola elementare Farra © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
FARRA. Vincere la corsa contro il tempo per allestire la classe prima alla scuola primaria “Riccardo Pitteri” di Farra d’Isonzo. È l’obbiettivo che il sindaco Alessandro Fabbro intende raggiungere “ad ogni costo”. Un obbiettivo che secondo il primo cittadino di Farra è alla portata, ma che al momento non può essere dato per scontato. E allora la sua amministrazione è pronta a scendere in campo per ottenere quel minimo di 15 iscritti che consentirebbe anche quest’anno al paese di avere la sua “prima”. Concetti che Fabbro ha ribadito anche ieri ai genitori, incontrati assieme all’assessore a Scuola e Istruzione Milena Colucci nel corso dell’appuntamento “Scuola Aperta”. «Per Farra è una questione di capitale importanza – è l’analisi di Fabbro –. Istituire la classe prima significa regalare un futuro alla scuola. E dare un futuro a un servizio primario come la scuola significa darlo al nostro paese, trattenere le famiglie o attrarne di nuove. Insomma, combattere contro il saldo demografico che ogni anno vede svuotarsi e impoverirsi i piccoli paesi». Se sul saldo naturale – il rapporto fra nascite e decessi – un amministratore può fare poco, sul saldo migratorio può certamente incidere. «Sino a pochi anni fa – argomenta Fabbro – le piccole comunità si espandevano dal punto di vista edilizio e urbanistico: comprare casa era più conveniente, specie per le nuove famiglie e per i giovani. In questi tempi di magra non è più così e nemmeno Farra è più un Eldorado immobiliare. Bisogna puntare sulla qualità dei servizi e noi siamo convinti che la primaria “Pitteri” sia una piccola eccellenza da difendere. Ecco perché ci batteremo per convincere altre famiglie a iscrivere quei pochi bambini che ancora mancano». Fabbro si dice convinto che la difficoltà nell’allestire la classe non sia legata alla vicenda delle presunte vessazioni da parte di una docente emerse nel passato anno scolastico. «La vicenda dei presunti maltrattamenti poteva costituire una sorta di “pubblicità negativa” per la nostra scuola e un pizzico di preoccupazione c’era. Ma di fatto quella vicenda ha stretto ancor di più la nostra comunità attorno alla scuola. Il rapporto con la direzione didattica è ottimale ed è sorta un’associazione genitori attenta e sensibile. Come Comune, abbiamo investito molto sulla scuola dal punto di vista strutturale e antisismico. E sono pronti 100mila euro anche per il rinnovo di tutti gli infissi. Ma è tanta – snocciola Fabbro – anche l’attenzione per il sostegno all’attività extradidattica. Abbiamo cercato di finanziare numerosi progetti, che vanno dalle lezioni linguistiche agli scambi culturali, ai laboratori di teatro. Insomma, una piccola eccellenza per un paese delle nostre dimensioni. Non a caso siamo sempre riusciti anche ad attirare con successo bambini dai paesi vicini. Per questo sono ottimista». Fabbro ammette che alcune famiglie hanno scelto altre soluzioni, «ma per ragioni contingenti legate ad esempio alla professione dei genitori. Voglio parlare con quante più famiglie possibile per comprendere le loro ragioni, e se c’è qualcosa che il Comune può fare per sostenerle nel scegliere la scuola primaria di Farra, lo farà».


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