Allarme esplosivo in strada a Udine: sconosciuto il materiale contenuto nel pacchetto

Trovato un involucro con su scritto "carica esplosiva”, ma potrebbe essere solo un’argilla. Campione inviato alla Scientifica

Pacco sospetto per strada: scatta l'allarme esplosivo


UDINE. Un involucro con scritto “Carica esplosiva tipo C4 1.000 grammi” è stato trovato lunedì, 26 marzo, in città, in zona Beivars, vicino alla strada. È scattato subito l’allarme perché il C4 è un pericoloso esplosivo al plastico.

La polizia, per sicurezza, è intervenuta con gli artificieri e ha recuperato il materiale, ma, secondo i primi accertamenti, non si tratterebbe di esplosivo, bensì di una sorta di argilla. L’ultima parola, comunque, spetta ai laboratori della Scientifica di Padova ai quali è stato inviato un campione. Resta dunque il mistero sull’esatta natura di quella pasta grigiastra su cui c’era l’inquietante etichetta. Gli investigatori per ora non escludono nessuna pista, nemmeno quella dello scherzo.

È stata una passante, nel primo pomeriggio, a notare uno strano pacchetto all’incrocio tra via Bariglaria e via Emilia. La donna ha chiamato le forze dell’ordine e, sul posto, sono giunte le Volanti della questura. Gli agenti – coordinati dal commissario capo Francesco Leo – hanno richiesto immediatamente l’intervento degli artificieri del Nucleo di Rochi dei Legionari e dei colleghi della Scientifica. Con tutte le cautele necessarie, gli esperti hanno spostato l’involucro vicino al quale non c’era, comunque, alcun innesco.

Ciò significa che, anche nel caso in cui si fosse trattato davvero di esplosivo, non ci sarebbe stata alcuna detonazione. Il particolare ritrovamento ha provocato rallentamenti al traffico. Le auto, infatti, sono state deviate per motivi di cautela e le strade sono state riaperte dopo circa un’ora. Sull’accaduto è stata avviata un’indagine che mira a stabilire la natura e la provenienza del materiale.

Tra le prime ipotesi formulate dagli investigatori, oltre a quella dello scherzo (nel caso fosse una sostanza non esplosiva), c’è anche la pista che si collega con i recenti assalti agli sportelli bancomat. Di recente, solo per citare l’ultimo caso, a Lumignacco c’è stato un tentativo di questo genere e non è escluso che i banditi abbiano voluto disfarsi del quantitativo non utilizzato, magari gettando da un’auto in corsa. O, ancora, potrebbe essere che qualcuno abbia tentato una sorta di truffa negli stessi ambienti del contrabbando, ossia abbia provato a vendere come materiale esplosivo una semplice argilla.

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