Allarme nutrie una vera invasione a San Giorgio

Sempre più aggressive scorrazzano nei giardini e negli orti. Il Comune corre ai ripari per catturarle e abbatterle

SAN GIORGIO DI NOGARO. A San Giorgio di Nogaro cresce l’allarme rappresentato dalle nutrie che da ricercato castorino degli Anni 50 per la sua pelliccia sta diventando un autentico problema. Un quadro inquietante sull’impatto che il problema sta avendo sul territorio della Bassa e, nello specifico, in quello di San Giorgio di Nogaro, lo tracciano gli stessi cittadini sempre più preoccupati per il proliferare di questo animale vicino alle loro abitazioni, un fenomeno che si sentono lasciati soli a combattere a causa dei tanti veti posti alla loro cattura.

Se fino a poco tempo fa la loro presenza veniva segnalata in prossimità di rogge, canali di scolo o corsi d’acqua importanti, da qualche tempo, invece, le nutrie vengono segnalate anche nella vicinanza di fognature o di piccoli fossati creando allarme tra la gente.

La loro presenza è ormai un problema anche sanitario sia a causa dell’habitat in cui vivono che per l’aggressività che dimostrano. Fino allo scorso anno ad avere grossi problemi (e danni) a San Giorgio di Nogaro erano quelle famiglie che hanno le abitazioni (tutte storiche) lungo la roggia Corgnolizza, soprattutto quelle di Zuccola e Chiarisacco, che non potevano andare nei giardini o negli orti per le grosse nutrie che infestavano le sponde del corso d’acqua e che spesso diventavano anche aggressive.

Ma di recente le nutrie sono comparse anche nella centralissima piazza del Grano e nelle zone periferiche, soprattutto in via Bombaiù e in via Prolungo arrivando fino in via Toppo Wasserman, ma anche in via Galli e zone limitrofe, praticamente nella periferia sud del paese. Qui addirittura vengono segnalate le “famigliole” a spasso indisturbate per orti e giardini o sulla strada.

Se si cerca di scacciarle «diventano aggressive ed è meglio lasciarle stare» racconta uno degli abitanti che ha segnalato il problema al Comune. Ironicamente, ma neppure tanto, aggiunge: «È ormai appurato che sono vegetariane e, quindi, commestibili (in Germania con la loro carne fanno addirittura il ripieno dei tortellini, ndr), pare che in Veneto le mangino e, mi raccontano, anche nella Bassa Friulana, sembra abbiano un sapore simile al coniglio. Allora ci dicano come si cuociono che così non c’è problema per frenare l’invasione!»

Il sindaco, Pietro Del Frate, è meno ironico e spiega: «Ci siamo attivati immediatamente coinvolgendo la Provincia che ci ha promesso un certo numero di gabbiette in comodato d’uso gratuito per intrappolarle. Ora stiamo contattando tutte le associazioni, cacciatori compresi, per l’abbattimento, ma ci sono regole ben precise alle quali attenersi».

La cattura selettiva con gabbia, che evita di abbattere accidentalmente altre specie, è l’unica modalità riconosciuta come compatibile. Con questa soluzione si evita la cattura a sparo libero e solo nelle ore diurne. Nel 2013 in provincia di Udine sono stati prelevati e abbattuti 600 capi, scesi a 250 nel 2014 per effetto della modifica normativa che spoglia la Provincia di tale competenza.

Un quadro inquietante viene tracciato anche da faunisti ed esperti, che evidenziano come questi roditori riducano gli argini come dei colabrodo e di come stiano diventando aggressivi e, quindi, pericolisi per le persone.

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