Allarme piloti della domenica: «Troppi, inesperti e spericolati»

Le critiche dell’ex comandante Mansutti: basta un attestato per volare, ma non garantisce la sicurezza. Il rapporto dell’Agenzia nazionale del volo: nel 2014 sono state aperte 53 inchieste, 20 le vittime
Premariacco 20 Settembre 2015 30 campo volo caduta aereo @ Pressfoto Massimo Turco
Premariacco 20 Settembre 2015 30 campo volo caduta aereo @ Pressfoto Massimo Turco

UDINE. Solcano i cieli, forti di un attestato conseguito attraverso una manciata di ore di volo e assicurano di possedere le conoscenze necessarie, intanto le immatricolazioni nel volo da diporto sportivo (Vds) sono in costante incremento, come lo è il numero delle vittime: ben 197 in tutta Italia solo dal 2003 al 2011.

Ma i dubbi, e i rischi, sono tanti. Dopo l’incidente di domenica a San Mauro di Premariacco in cui sono rimaste ferite gravemente due persone, è Giuliano Mansutti, ex comandante dell’Alitalia, tra i fondatori di AerMalignani e membro di Aerohabitat CentroStudi, che opera come consulente dei principali comitati aeroportuali italiani, a intervenire sulla vicenda segnalando la problematicità associata al volo Vds e ultraleggeri «probabilmente non adeguatamente monitorata da Agenzia nazionale sicurezza del volo, Ente nazionale aviazione civile e Aeroclub d’Italia» commenta.

«L’incidente ripropone evidenze accertate e, purtroppo, non adeguatamente fronteggiate. Tantomeno risolte. Sono ormai numerosi anni che anche Ansv nel periodico rapporto informativo rileva l’attività della flotta di ultraleggeri e Vds nel Belpaese – esordisce –. I resoconti sono spesso impietosi e rappresentano una cronaca di incidenti che i media locali trascurano o rilevano come marginali anche se riportano esclusivamente gli incidenti con feriti gravi, ospedalizzati e vittime e comunque con danni al velivolo rilevati pubblicamente o denunciati dallo stesso “pilota” o da soggetto terzo».

In regione quasi mezzo migliaio di persone possiede questo attestato e quindi è abilitato a volare. «La passione per il volo di giovanissimi, quella adulta degli entusiasti cinquantenni e oltre che si affacciano al volo attraverso i corsi qualificano la voglia del volo con un “attestato” per volare su mezzi aerei che abbisognano comunque di una professionalità inequivocabile – osserva Mansutti –. La materia è facilmente risolta. Il possessore dell’agognato “attestato” al volo sembra trasformarsi in un audace pilota che reclama una qualificazione professionale adeguata e certificata. Una situazione che sembrerebbe accomunare il possessore di “attestato” inesperto rispetto al superpilota con migliaia di ore di volo in carnet.

Poi finisce che anche le norme di sicurezza più elementari, come quella di indossare il casco, vengono puntualmente ignorate nella nostra regione e in tutta Italia anche se fa parte della dotazione necessaria, mentre i piloti tedeschi o austriaci che atterrano nelle nostra aviosuperfici li indossano sempre e le conseguenze sui feriti o sulle vittime in caso di incidente sono sotto gli occhi di tutti» commenta.

Da un rapporto informativo dell’Ansv si apprende che nel 2014 sono state aperte 53 inchieste di sicurezza (44 incidenti e 9 inconvenienti gravi) e ben 28 per la categoria Vds volo da diporto o sportivo (ultraleggeri, deltaplani) con 20 vittime nell’aviazione generale e nessuna nell’Aviazione commerciale e Lavoro aereo.

Scorrendo la sezione Aviazione turistico sportiva del rapporto si apprende che i fattori all’origine degli eventi occorsi nel 2014 agli aeromobili Vds sono sostanzialmente sempre gli stessi già segnalati nei precedenti rapporti informativi, a riprova di quanto sia difficile mitigare le criticità, in termini di sicurezza del volo, presenti nel comparto.

Si tratta principalmente di «inadeguata conoscenza delle caratteristiche e delle prestazioni dell’aeromobile, di inadeguata conoscenza del fenomeno aerodinamico dello stallo, soprattutto in concomitanza con la effettuazione di determinate manovre, e ancora, inadeguata pianificazione del volo, in termini di verifica delle condizioni metereologiche esistenti e previste, di definizione del peso e del centraggio dell’aeromobile, di approfondimento delle caratteristiche orografiche del territorio sorvolato, di studio dell’aeroporto o aviosuperficie di destinazione o dell’area di atterraggio, quando non di conoscenza della tipologia di spazi aerei interessati dal volo».

Fra gli altri problemi segnalati dal rapporto ci sono «l’inosservanza delle regole dell’aria, la criticità nella formazione dei piloti e la sopravvalutazione delle proprie capacità di pilotaggio». Un quadro drammatico.

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