Allarme sanitario, Protezione civile in campo al fianco della task force

Borrelli nominato commissario nazionale all’emergenza. Rafforzati i controlli allo scalo di Ronchi e al porto di Trieste

Regione e Governo si muovono all’unisono per cercare di contrastare, e ridurre al minimo, gli effetti del coronavirus in Italia dopo i primi casi accertati e che hanno portato al ricovero di due turisti cinesi in vacanza in Italia. Tre, sostanzialmente, le novità di giornata: la nomina del numero uno della Protezione civile nazionale, Angelo Borrelli, come commissario per l’emergenza sanitaria, il rafforzamento dei controlli allo scalo di Ronchi dei Legionati e al porto di Trieste e la visita, prevista per questa mattina, dell’assessore alla Salute Riccardo Riccardi al reparto di infettivologia dell’ospedale di Udine.



IL VERTICE

Il vicepresidente della Regione, ieri pomeriggio, si è collegato telematicamente – assieme ai vertici della Protezione civile locale – con palazzo Chigi per rispondere alla “chiamata” del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha deciso di convocare il Comitato tecnico di tutte le Regioni della stessa Protezione civile. Oltre al premier e a Borrelli, in collegamento da Roma, c’era il ministro della Salute Roberto Speranza che ha comunicato ai rappresentanti delle Regioni la nomina del capo della Protezione civile nazionale nel ruolo di commissario per l’emergenza legata al coronavirus.

Allo stesso tempo, inoltre, Speranza ha spiegato di aver chiesto alla commissaria europea alla Salute, la cipriota Stella Kyriakidou, la convocazione urgente di una riunione di tutti i ministri della Sanità dell’Unione. Al momento non sono state ventilate possibili sospensioni degli accordi di Schengen, ma è chiaro che i traffici marittimi e aerei restano quelli maggiormente sotto la lente di ingrandimento. «Per quanto riguarda le attività della Regione – dice Riccardi – i dispositivi sono stati attivati da giorni: sono in campo i Dipartimenti di prevenzione, il meccanismo dei trasporti e gli strumenti di protezione oltre ai posti letto disponibili nei relativi ospedali e reparti».

RONCHI E TRIESTE

Nel mirino dell’assessorato alla Salute, e più in generale della Regione, intanto è finito anche lo scalo di Ronchi dei Legionari – né di più né di meno, però, degli altri aeroporti sul territorio nazionale – e il porto di Trieste. Da giovedì sera, infatti, il Governo ha bloccato tutti i collegamenti aerei diretti da e per la Cina, ma è evidente come l’arrivo in Italia, e anche in Friuli Venezia Giulia, attraverso Paesi terzi, e quindi facendo scalo in località che non appartengono al territorio di Pechino, sia sempre possibile.

Ronchi, nel dettaglio, attualmente connette direttamente la nostra regione – e in attesa che riparta il collegamento con Francoforte previsto per marzo dopo la sospensione decisa da Lufthansa lo scorso agosto – con La Valletta, Valencia, Monaco e Londra. Località, le ultime due, dalle quali si può volare in tutto il mondo. «I protocolli Enac sono attivi – spiega Riccardi – e tutte le misure di sicurezza sono state adottate per l’aeroporto del Friuli Venezia Giulia» così come per il porto di Trieste dove «lunedì è prevista una riunione con il presidente» Zeno D’Agostino. Un porto, quello giuliano, in cui arrivano navi da tutto il mondo, anche dall’estremo oriente, e dunque da tenere, per quanto potenzialmente, sotto stretta osservazione.

VISITA IN OSPEDALE

Nell’ottica di monitoraggio della situazione, inoltre, questa mattina Riccardi visiterà il reparto di infettivologia dell’ospedale di Udine assieme al primario Carlo Tascini e, alla fine, incontrerà la stampa per fare il punto della situazione. Il tutto con la massima attenzione, ma senza alcun allarmismo.

«Mi pare evidente come ci sia una certa preoccupazione per il coronavirus anche in Friuli Venezia Giulia – prosegue l’assessore alla Salute –, ma io direi che il sistema sta controllando tutto. Non è il caso di cadere in facili allarmismi, come, ovviamente, non è il caso di sottovalutare la situazione. Bisogna muoversi come previsto in circostanze simili». In questi giorni, ricorda l’assessore alla Salute, sono stati registrati «alcuni casi che si erano manifestati come possibili coronavirus, parliamo di cinque-sei episodi diffusi tra Udine e Trieste, e sono state attivate tutte le procedure legate ai protocolli, che hanno però dato, fortunatamente, esito negativo.

Questo dimostra che il sistema è completamente attivo e in grado di intercettare ipotesi di tipo virulento». I protocolli di sicurezza, ha concluso Riccardi «sono già stati attivati, il sistema è completamente allertato da alcuni giorni, prosegue la sua attività ed è entrato nei meccanismi previsti dalla legge».


 

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