All'esterno o in sale dedicate: tornano le visite parenti in casa di riposo

UDINE. Consentite le visite parenti nelle case di riposo. Quel velo di solitudine che da inizio marzo avvolgeva le residenze per anziani è stato rimosso: la Regione ha eliminato il divieto che impediva ai parenti di andare a trovare i nonni. Le visite sono ammesse preferibilmente all’aperto o in sale dedicate, ai familiari non è concesso entrare nelle camere. I visitatori devono indossare la mascherina per tutta la loro permanenza nelle strutture e rispondere, all’ingresso, ad alcune domande sul loro stato di salute. Al termine di ogni visita le sale devono essere areate e sanificate.
«Le visite ai parenti che si trovano in residenze sanitarie assistite, hospice, riabilitative e residenziali per anziani sono possibili purché gli ospiti siano Covid negativi e non vi sia il parere contrario della direzione sanitaria della struttura», conferma il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, dopo aver inviato ai vertici delle Aziende sanitarie il documento stilato dalla Direzione salute che prevede le misure di sicurezza per tutelare la salute di operatori, utenti e visitatori.
«Ovviamente le visite sono possibili solo per gli ospiti negativi al Covid-19 – ha ribadito Riccardi – e i protocolli definiti dalle strutture per prevenire la diffusione del virus devono essere trasmessi alle aziende sanitarie territorialmente competenti. Si tratta di misure necessarie per tutelate i soggetti più fragili sia per l’età avanzata sia per la presenza, in molti casi di patologie croniche».
I protocolli devono prevedere il rispetto e l’osservanza delle misure di prevenzione, gli ingressi limitati e scaglionati per ridurre il numero di visitatori contemporaneamente presenti, con visite su appuntamento, per evitare assembramenti. Inoltre, se possibile, le visite devono essere limitate a un solo familiare e rispettare una calendarizzazione definita dalla struttura.
Riccardi ha spiegato che «sempre a difesa della salute degli ospiti, le strutture devono verificare le condizioni di salute dei visitatori prima di accompagnarli dai loro cari. Gli ingressi avverranno attraverso percorsi specifici» in aree dedicate preferibilmente, compatibilmente con le condizioni dell’ospite, in spazi esterni. Se non sarà possibile, le visite avverranno in luoghi chiusi con un’adeguata aerazione.
Non è invece ammesso l’accesso dei parenti nelle aree di degenza, come le camere da letto, tranne in casi particolari autorizzati dalla direzione sanitaria. Gli stessi locali dovranno essere aerati al termine di ogni visita e sanificati. Eventuali visite a ospiti positivi al Covid possono essere autorizzate per i soli casi di urgenza o di indifferibilità: la valutazione spetta alla direzione della struttura.
La prima azienda a sperimentare queste regole è stata “La Quiete” di Udine, che non avendo avuto casi di contagio ha aperto le sue porte in anticipo. «Innanzitutto abbiamo individuato la tipologia di utenti che possono ricevere visite dando la priorità alle persone che si possono spostare dai reparti e a quelle che più di altre hanno sofferto la lontananza dai familiari», spiega il direttore sanitario della Quiete, Salvatore Guarneri. Le visite vengono prenotate e organizzate in spazi esterni o in sale dedicate.
I familiari devono indossare la mascherina e vengono accompagnati dal personale del servizio psico sociale di animazione counseling, che assiste agli incontri garantendo così il rispetto delle misure di sicurezza. All’ingresso di via Sant’Agostino, viene misurata la temperatura e i parenti devono dichiarare di non aver avuto sintomi Covid-19 negli ultimi 14 giorni.
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