Allevamenti di lumache: ecco la nuova moda del Friuli

UDINE. Per taluni è stato un antidoto alla crisi economica, per altri un ritorno alle origini. Al di là delle singole ragioni, negli ultimi anni in Friuli Venezia Giulia si apprezza una piccola esplosione di allevamenti di lumache.
Iniziative isolate, partite in sordina generalmente da giovani coppie, che dopo aver mosso i primi passi ognuna per conto suo di recente hanno deciso di mettere insieme le forze sotto il cappello dell’associazione “Lumaca friulana”.
A legare la comunità c’è un metodo di allevamento messo a punto sul campo, basato sull’alimentazione naturale, e la necessità di un brand, che identifichi in modo le lumache nostrane riconoscendo loro un valore aggiunto. Quale lo spiega la presidente dell’associazione Michela Pirrello, che a Sedegliano gestisce insieme al marito Marco l’allevamento “Una favola di Lumaca”.
«L’associazione è nata per salvaguardare il lavoro che stiamo facendo come allevamenti friulani. Per darci un po’ di visibilità e tutela. In questi primi anni di lavoro molti di noi hanno investito ben più di quanto sono riusciti a raccogliere ma questo lavoro, diciamo preparatorio, è stato importante - dice Pirrello - . Abbiamo iniziato con tecniche di allevamento standardizzato per poi arrivare a metterne a punto una nostra, grazie al confronto e alle relazioni che si sono innescate tra allevamenti. Il risultato? Oggi le nostre lumache mangiano cavolo e zucchine.
Nessun tipo di mangime, niente di chimico. Insomma, sono genuine al massimo». In questi ultimi anni il business si è andato espandendo portando il totale degli allevamenti regionali a circa 15 unità di cui 11 in provincia di Udine (fonte Ufficio studi Unioncamere).
Difficile dire quante siano le lumache prodotte annualmente in Friuli e stimare quale giro d’affari generino. Le variabili in campo sono troppe: le chiocciole mal tollerano le estati torride, le piante di cui si nutrono patiscono il maltempo. «All’inizio abbiamo dovuto fare i conti con tassi di mortalità molto alti», racconta Pirrello che dopo essersi dedicata per qualche anno ai figli piccoli nel 2015 ha deciso di tentare una nuova avventura con il marito, lui occupato in edilizia.
«La contingenza economica era quel che era e ci siamo detti: perché non provare?». Così è nata “Una favola di Lumaca” che ha fondato l’associazione insieme a “Natura Amica” di Latisana, Azienda elicicola Dereani Alissa” di Ovaro e “Corte delle Lumache” di San Pietro Al Natisone. Aziende che arrivano a un massimo di un ettaro e mezzo di allevamento e puntano a un milione di lumache l’anno. «Oggi – fa sapere la presidente Pirrello – siamo a circa 400 mila».
Non è come allevar bovini, ma anche le lumache non scherzano... Basti pensare che la raccolta avviene esclusivamente col buio. «Di giorno stanno nascoste, escono solo la notte. Alle 21.30 spariamo una pioggerellina artificiale che le spinge allo scoperto e poi iniziamo la raccolta».
L’associazione fin qui ha consentito di mettere a confronto queste e altre prassi. In futuro potrebbe far altro. L’idea è che “Lumaca friulana” diventi un brand riconosciuto, utile ad aprire nuovi spazi di mercato per il prodotto che attualmente è assorbito nella quasi totalità da privati e ristoranti della regione. Un chilo di lumache basta per 4 persone e costa dai 10 ai 12 euro. Oggi lo si compra direttamente nelle aziende associate, in futuro chissà, forse anche online.
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