«All’istituto comprensivo stop al pranzo portato da casa»

Gavette e panini vietati in mensa scolastica: l’istituto comprensivo applica la sentenza della Cassazione che blocca il pranzo portato da casa.
I “paninari” irriducibili potranno uscire da scuola con genitori e rientrare dopo la pausa pranzo.
«Pochi giorni fa la Cassazione ha deciso che gli studenti non potranno consumare nelle mense scolastiche pasti preparati a casa – dice la dirigente Nadia Poletto, che ha informato 1.600 famiglie –. Pertanto il prossimo anno scolastico le famiglie che si iscriveranno al servizio mensa dovranno ritirare gli alunni prima del pasto e riportarli a scuola per il rientro pomeridiano. Ciascun plesso comunicherà l’orario di uscita e ingresso».
I genitori del “partito del panino” hanno trovato le linee telefoniche della scuola interrotte da un guasto: alcuni invocano la deroga.
L’ORDINANZA
I giudici hanno detto chiaro, ribaltando altre sentenze come quella della Corte d’appello di Torino che aveva aperto le porte delle scuole di tutta Italia al pranzo fai da te, nel tempo pieno. portato da casa in mensa». Finisce la “guerra del panino” che a Sacile ha contato una minoranza ristretta a circa dieci unità negli anni della “liberalizzazione” del rancio. Non è riconosciuto il «diritto – recita la sentenza – soggettivo» a mangiare il panino portato da casa nell’orario della mensa e nei locali scolastici e la gestione del servizio di refezione è rimessa all’autonomia organizzativa delle scuole. La Corte d’appello di Torino nel 2016 si era pronunciata a favore delle famiglie che infilavano panini e gavette nello zainetto dei figli.
L’ordinanza valuta i «limiti di compatibilità con gli interessi degli altri alunni e della comunità, come interpretati dall’istituzione scolastica mediante regole di comportamento cogenti – è questa la decisione della Cassazione –. Tenendo conto dell’adempimento dei doveri cui gli alunni sono tenuti, di reciproco rispetto, di condivisione e tolleranza» . La mensa a scuola è incompatibile con il panino casalingo.
A SACILE
Sul “panino libero” a scuola aveva presentato un’interrogazione nel 2016 il Pd in consiglio comunale. Sacile è stato il primo Comune del Friuli occidentale a riconoscere il diritto degli scolari all’imbottito in aula. «Il genitore che non intende fare fruire il pasto fornito dalla mensa scolastica, bensì panini o altro preparato da casa, può farlo – era questa l’indicazione del comprensivo tre anni fa –. Deve compilare un modulo predisposto dalla segreteria». Il monitoraggio era stato aperto in viale Zancanaro: la scuola ha rispettato la libera scelta, come aveva previsto la sentenza di Torino. Ma la Cassazione ha cancellato la “libertà di menù”.–
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