All’Unione artigiani 70 in cassa integrazione
PORDENONE. Una settantina di dipendenti in cassa integrazione in deroga: la crisi scala i piani alti l’Unione artigiani. A Pordenone è la cartina tornasole della stangata che piega le aziende provinciali. In via dell’Artigliere, l’ufficio paghe ha meno lavoro e il futuro è molto incerto. L’ammiraglia della nebulosa provinciale delle piccole-medie aziende artigiane ha coperto la caduta libera di lavoro con la cassintegrazione. Finché dura, si va avanti.
«Non si è ancora saputo, ma tre mesi c’è il regime di cassa in deroga – hanno confermato i sindacati in via San Valentino al piano del commercio Cgil -. Stiamo monitorando la situazione, in contatto con il presidente provinciale della categoria Silvano Pascolo e la speranza è quella che si sblocchi una situazione che appare difficile per tutti».
Di licenziamenti non si parla e si esorcizzano, quando qualcuno fa la cassandra tra le pratiche e le fatture delle aziende che lottano contro il nemico invisibile di una crisi giunta ormai al quinto anno. E a chi sussurra di un fantomatico “buco” di bilancio s’oppongono funzionari che esorcizzano l’argomento come una leggenda metropolitana. Di bilanci, i sindacati non vogliono parlare. «Diciamo soltanto che l’Unione artigiani risente della crisi, una crisi che non risparmia nessuno – hanno dichiarato allo sportello della Cgil Susanna Pellegrini e Daniela Duz, confermando la cassa in deroga per 70 dipendenti -. Il tavolo di confronto è aperto dal mese di dicembre dello scorso annio. La cassa in deroga serve proprio a gestire questo momento di crisi».
La riduzione di lavoro ha portato all’accordo al tavolo sindacale: tre mesi di cassa in deroga, con 1.038 ore di lavoro che coprono il tempo pieno settimanale e 690 per il regime a part-time. Garantito il primo trimestre, a fine maggio ci sarà la verifica. Il problema sono i soldi attesi dalla Regione.
Il rifinanziamento è stato ventilato, ma qualche “colletto bianco” in via Dell’Artigliere, in attesa di fatti concreti, accende un cero sul futuro. «Ci preoccupiamo per i dipendenti dell’Unione artigiani – ha proseguito Pellegrini, che gestisce con i colleghi le situazioni relative a un numero travolgente di aziende in crisi -. Ci sono da 10 a 12 richieste settimanali di cassa integrazione in deroga, in provincia». Una via crucis che riflette la lotta per la sopravvivenza delle imprese del legno, costruzioni, carrozzieri, elettrauti, antennisti, frigoristi, spazzacamini, filiera della comunicazione e alimentazione, oltre a moda, servizi e produttori di cosmetici.
Sul fronte della Confartigianato Pordenone, proprio qualche giorno fa il presidente Silvano Pascolo, dopo il rinvio del consiglio dei ministri dell’esame del decreto legge sul pagamento dei debiti della Pa, aveva espresso il proprio sconforto. «Non è più tempo – aveva detto – di illudere le imprese con le false promesse che alla fine servono soltanto per perdere ulteriore tempo, come è accaduto con i decreti varati 10 mesi fa che avrebbero dovuto dare il via al rilascio delle certificazioni dei crediti per favorire l’intervento delle banche e la compensazione con i debiti iscritti a ruolo. Purtroppo nulla ha funzionato e non c’è nessuna ragionevole certezza che quanto all’esame del Governo funzionerà».
Ieri, per fortuna, la notizia di segno opposto, col via libera da parte del Consiglio dei ministri al decreto legge che ha sbloccato il pagamento di 40 miliardi di debiti della pubblica amministrazione nei confronti di imprese e banche. Resta, comunque, da parte delle categorie, la necessità di scelte politiche efficai e in tempi rapidi per sostenere non solo le imprese ma anche le associazioni di categoria in un momento di difficoltà senza precedenti.
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