Altare restaurato a Coltura, chiesa gremita

POLCENIGO. Santuario della Santissima Trinità di Coltura di Polcenigo affollato, per la messa vespertina celebrata dal parroco, monsignor Silvio Cagnin, cui è seguita la cerimonia di inaugurazione...
Di Sigfrido Cescut

POLCENIGO. Santuario della Santissima Trinità di Coltura di Polcenigo affollato, per la messa vespertina celebrata dal parroco, monsignor Silvio Cagnin, cui è seguita la cerimonia di inaugurazione dell’antico altare restaurato, alla presenza del sindaco Mario Della Toffola e di Luciano Nonis, in rappresentanza della Crup, che ha contribuito a finanziare l’opera.

E’ stato riportato al suo originario splendore un altare ligneo del Seicento in stile barocco. A eseguire il restauro, Giancarlo Magris assieme ai figli Giovanni e Alberto nel laboratorio di Roveredo in Piano. I tre maestri artigiani erano presenti alla cerimonia.

Monsignor Silvio Cagnin, parroco di Coltura, ha voluto richiamare sin dall’inizio della messa l’importanza della giornata che vede restituito alla comunità un capolavoro d’arte tanto prezioso. Il parroco ha ringraziato per la loro costante partecipazione tutti i fedeli e le autorità.

La cerimonia religiosa è stata accompagnata al flauto da Enrico De Val e all’organo da Vittorio Toffolo. Terminata la messa, il professor Fabio Metz ha ripercorso la storia del santuario della Santissima Trinità, iniziata nel XII secolo. Le varie tappe hanno visto il luogo di culto e di richiesta delle grazie dalla fine del Cinquecento custodito dai frati francescani sino a metà del Settecento, e in seguito dalla parrocchia di Coltura sino ai giorni nostri. Fabio Metz, accolto da un applauso, si è soffermato in modo particolare sul significato religioso di glorificazione della Trinità espresso dall’altare magistralmente restaurato. L’opera era uscita dalla bottega dei Ghirlanduzzi da Ceneda, artisti intagliatori che hanno segnato nel Seicento, con le loro opere, molte chiese del Friuli e del Veneto. In particolare, nel santuario della Santissima, l’altare dei Ghirlanduzzi è ulteriormente impreziosito da una pala di Domenico da Tolmezzo del 1494, che rappresenta, scolpita nel legno, la Santissima Trinità, circondata da angeli dipinti. «Un’opera – ha sottolineato Fabio Metz – che nel segno della fede, a due anni dalla scoperta dell’America, intendeva fornire ai cristiani gli strumenti adatti ad affrontare i tempi nuovi che li aspettavano».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto