Altri 250 milioni per salvare Hypo Bank

KLAGENFURT Hypo Alpe Adria Bank International Ag, “madre” di Hypo Bank Italia, potrebbe fallire. Nessuno finora aveva osato dirlo. Lo ha fatto per la prima volta la “Finanzprokuratur” del Ministero delle finanze austriaco.
La “Finanzprokuratur” è un organismo di consulenza e di assistenza legale del ministero. Non ha alcun potere decisionale, ma il suo parere è obbligatorio in determinati passaggi dell’amministrazione dello Stato. E lo Stato, venerdì scorso, ha deliberato il versamento di altri 250 milioni a Hypo Group Alpe Adria, che entro la fine del mese diventeranno 1 miliardo e 50 milioni. È il prezzo che i contribuenti austriaci sono chiamati a pagare per tenere in piedi questo “pozzo senza fondo” (copyright Maria Fekter, ministra delle finanze, prossimamente ex), in cui ogni giorno che passa si scoprono nuove linee di credito in drammatica sofferenza.
Ebbene, esprimendosi su questa nuova flebo di denaro pubblico, la “Finanzprokuratur” ha osservato che un fallimento del baraccone di Klagenfurt costerebbe meno alle casse pubbliche che non il suo salvataggio a tutti i costi. Una valutazione doverosa, perché compito di questo organo ministeriale è di dare consigli per far risparmiare soldi, non di fare valutazioni di tipo politico. Si trattava, ovviamente, di un parere riservato, che però è stato svelato dal quotidiano viennese “Der Standard”.
La “Finanzprokuratur” era stata chiamata a dare il proprio parere sul nuovo finanziamento, parere che sarebbe stato positivo soltanto in presenza di “previsioni di sopravvivenza” (“Fortbestandsprognose”) della holding carinziana. Ma evidentemente, secondo la “Finanzprokuratur”, le previsioni annunciate erano soltanto «un imbroglio».
Come si fa a parlare infatti di “sopravvivenza” per un gruppo bancario che per ordine dell’Ue dovrà essere ridimensionato di due terzi e il terzo che resta dovrà essere venduto o svenduto a qualsiasi prezzo? Com’era prevedibile, la rivelazione di “Der Standard” ha sollevato un’ondata di smentite, non solo da Klaus Liebscher, presidente del consiglio di sorveglianza di Hypo Group, ma anche dal governatore della Banca nazionale Ewald Novotny, e dal governatore della Carinzia Peter Kaiser.
Questo Land ai tempi di Haider aveva concesso alla holding garanzie per 27 miliardi, ridottesi ora a 20. Ma la Carinzia non ha risorse per onorare simili garanzie, avendo di suo un indebitamento per 2,6 miliardi. In altre parole, se fallisse la banca, fallirebbe anche il Land, con conseguenze che nessuno sa prevedere, perché non esistono precedenti del genere. In tutto questo bailamme il governo austriaco tace.
Probabilmente perché l’Austria in questo momento è senza governo: quello in carica lo è soltanto per gli affari correnti, essendo scaduto dopo il rinnovo del Parlamento; quello nuovo deve ancora nascere, benché siano passate ormai 7 settimane dal giorno in cui il Capo dello Stato ha riaffidato l’incarico al cancelliere uscente Werner Faymann. C’è dunque un vuoto di potere, in cui le voci del fallimento Hypo, ancorché smentite, potrebbero diventare realtà.
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