«Altro che dormiente, Trieste è bella e furba»

Il sindaco di Udine, Furio Honsell, non parla da “nemico” del capoluogo regionale dove ha vissuto da giovane con i genitori. «Come città è un numero primo».  «Trieste è molto più friulana di quanto creda»
Lasorte Trieste 25/06/10 - Corteo, Manifestazione, CGIL, Honsell, Serracchiani, Cosolini
Lasorte Trieste 25/06/10 - Corteo, Manifestazione, CGIL, Honsell, Serracchiani, Cosolini

TRIESTE. «Trieste è molto più friulana di quanto creda». Furio Honsell, sindaco di Udine, possiede il gusto del paradosso. Da uno che ha scritto libri come “L’algoritmo del parcheggio”, “L’equazione” e “L’equazione del calzino spaiato” ci si può aspettare di tutto. Trieste vista da Udine è un po’ come la Terra vista dalla Luna. «Trieste la conosco molto bene. Ci sono anche vissuto da giovane, nei primi anni Settanta. Vivevo in centro con la mia famiglia, adesso non mi ricordo la via...Ho conservato comunque bei ricordi della città» dice il matematico sindaco.

E come viene vista Trieste da Udine?

Una città molto bella. Baciata dalla fortuna e dalla storia. È stata una delle capitali della Mitteleuropa. Un luogo internazionale.

Dalla grande bellezza.

In realtà gli udinesi pensano che sia stata baciata anche un po’ troppo da questa fortuna. Sia da Madre Natura che da Madre Storia.

Una città un po’troppo assistita...

Esatto. Negli ultimi governi, per fare un esempio, c’era il sottosegretario, ma era sempre in qualche modo triestino. Roma da questo punto di vista è molto strabica...

Non mi dica.

Roma guarda al Friuli, ma poi l’occhio gli va sull’angolo, in basso a destra.

Città privilegiata...

Viene vista come una città che ha una rendita di posizione e una certa facilità di accesso alle capitali: prima Vienna e adesso Roma.

Il suo ricordo?

Molto bello. È una città veramente europea.

Il senatore Francesco Russo sostiene che di mitteleuropeo a Trieste ci è rimasto solo Claudio Magris.

Non credo sia vero. Basta guardare la linea architettonica del suo centro o vedere la pluralità di culture religiose. Custodisce un elemento cosmopolita molto forte e come tale universale. Una cosa che resterà per sempre.

Una “bella addormentata” come titola un libro...

Non lo trovo un titolo molto calzante per Trieste. Non percepisco questa sonnolenza dentro la città. La vedo piuttosto come una città furba. Astuta. Mentre il Friuli si frammenta molto spesso, Trieste invece sa restare unita e compatta.

Dal punto di vista matematico cosa le fa venire in mente Trieste?

Un numero primo. I numeri primi non si dividono tanto.

Ma Udine cosa invidia a Trieste?

L’invidia è un brutto sentimento. Il suo fascino, comunque. La sua bellezza. La facilità con la quale viene viziata dal potere centrale.

In realtà Trieste percepisce la Regione come matrigna attenta agli interessi friulani...

Non è vero. La Regione è incentrata su Trieste. Trieste è il capoluogo per quanto “eccentrico” rispetto al territorio. È un privilegio. L’importante è che non venga dato per scontato. Trieste è comunque una città alla quale il Friuli guarda sempre con ammirazione.

Ma la rivalità storica tra Udine e Trieste esiste realmente. Lei da sindaco come la vive?

In realtà molto meno di quando la vivevo da rettore.

Ha gioito allora quando ha letto il titolone di prima pagine del Messaggero Veneto del 18 luglio: “Atenei, Udine batte Trieste”...

Non c’è molto da gioire. Ormai la situazione della ricerca in Italia è talmente difficile. Nessuno vince. Hanno fatto perdere tutti. L’Italia ha buttato a mare il suo sistema universitario. È tutto così triste. È il Paese che ha perso.

Nessuna rivalità, insomma.

Trieste sotto sotto è vissuta dal friulano con molta ammirazione. I friulani sono orgogliosi della loro città, ma Trieste incute una notevole fascino.

Un complesso di inferiorità...

No, di ammirazione. La leadership nazionale e internazionale di Trieste è indubbia. In settori come quello della finanza, per esempio.

Dal punto di vista sportivo è Udine a regalare un po’ di Europa League con l’Udinese che verrà a giocare al Rocco.

Ho cercato di favorire questa ipotesi. A Trieste si arriva in un’ora. Per un tifoso dell’Udinese è un indubbio vantaggio.

In compenso vi siete presi in carico i cartoni dell’artista Carlo Sbisà.

Quei cartoni rappresentano il dialogo tra gli artisti triestini e friulani. Tra Sbisà e i Basaldella.

Ma non era meglio se rimanevano a Trieste?

A noi sono stati donati. Trieste semplicemente forse non li ha voluti.

Gli avete comunque riservato un posto di rilievo...

Gli esporremo nella nostra sala Aiace. E comunque...

E comunque...

Udine e Trieste sono profondamente diverse per storia, per modalità, e dunque sono proprio complementari. Non vedo come possano trovarsi in una situazione di conflitto.

A Trieste è rispuntato il movimento Trieste Libera che vuole rimette in discussione l’appartenenza all’Italia...

Il problema è abbattere le barriere. Le nazioni devono scomparire. Il futuro è quello delle città. Trieste è fortunata ad avere un grande sindaco...

Intende Cosolini?

Ho una grande ammirazione per Cosolini. Lo considero una delle migliori personalità politiche. L’ho conosciuto quand’era assessore regionale e ha apprezzato la sua capacità di capire i problemi. Tutte le volte che io incontro Cosolini per me è una festa.

Qual è la prima cosa che le viene in mente quando pensa all’amministrazione di Cosolini?

Ma vede... Viviamo in un epoca di recessione. Se lei mi chiede cosa ha fatto... non saprei.

“Cercasi un “Renzi” per Trieste” è il titolo di un gruppo aperto su Facebook...

Trieste ha già il suo Renzi. È Cosolini. Una personalità di notevole spicco. Una personalità che sa riflettere, pensare, capire. Capace di gestire pesi e contrappesi come Cosolini...

Lei che ha vissuto a Trieste, sa che cosa sono le “clanfe”?

I tuffi.

Recentemente si sono tenute le “Olimpiadi” e Cosolini si è gettato in acqua vestito...

La dimostrazione che ha il gusto dell’ironia.

Lei lo farebbe?

Non penso che mi verrebbe altrettanto bene.

L’effetto onda sarebbe sicuramente diverso...

Esattamente.

A Trieste c’è un detto “Dio no xe furlan, e se no paga ogi paga doman”. Lei lo conferma?

Vuol dire che i friulani sono tirchi? Più o meno. Bisogna guardare alla storia. Credo che a Trieste prima di Maria Teresa si parlasse friulano. Se Trieste scava nella sua storia scoprirà di avere origine friulane. Non bisogna dimenticare le proprie origini.

Trieste tipicamente friulana...

Esatto. Diciamo che da un punto di vista matematico è un asintoto.

Un che?

Un punto che in qualche modo uno cerca di raggiungere, ma non lo raggiunge mai. Un punto asintotico.

Come il riuso del Porto Vecchio fermo da trent’anni?

Anche quello è asintotico.

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