Amazon, il colosso americano utile che spesso scivola sulle regole

UDINE. Parafrasando potremmo dire: «È il progresso, bellezza». In realtà quella che stiamo vivendo è una vera e propria rivoluzione il cui approdo è peraltro arduo da individuare.
Amazon in Friuli Venezia Giulia. Chi l’avrebbe mai detto solo poco più di una decina di anni fa quando, su Amazon, pochi avventurosi acquistavano libri. Oggi questa è la internet company più grande - e potente - del mondo.
Non solo ci consegna a casa prodotti di tutti i generi, dai cd ai vini, dal cibo ai mobili, dall’abbigliamento allo smartphone, ma ci offre anche l’assistente intelligente che telefona, programma gli elettrodomestici, fornisce informazioni, diffonde musica...
L’avanzata di Amazon è globale. Partita dagli Stati Uniti oggi opera in tutto il mondo e la crescita appare inarrestabile. Punta a conservare la leadership e a migliorare il servizio. Da qui la scelta di insediare centri di distribuzione e smistamento, prima a livello di Paese poi, di singoli territori. Diversi i poli Amazon in Italia, Rovigo e Padova i più vicini, in arrivo Verona, e - notizia di oggi - l’approdo in Friuli Venezia Giulia. A Fiume Veneto.
La scelta è logica: area strategia sotto l’aspetto infrastrutturale, collegata alla Cimpello-Sequals e alla A28 e, quindi, alla A4, baricentrica per servire l’intera regione e parte del Veneto garantendo tempi di consegna sempre più competitivi. Altro vantaggio la presenza dell’Interporto di Pordenone, uno dei nodi logistici rilevanti del Fvg. E questi sono alcuni punti di osservazione della notizia.
Ci sono poi altri aspetti da considerare. I posti di lavoro, ad esempio. Un centinaio quelli annunciati in creazione legati all’avvio del nuovo centro di smistamento. Sui quali calerà l’occhio vigile dei sindacati per verificare la qualità dell’attività lavorativa. Oltre ai reportage internazionali sulle condizioni di lavoro in varie sedi della company nel mondo, non sono mancate le proteste nemmeno in Italia.
E questo nonostante robotica e automazione siano prevalenti nei centri Amazon. E poi c’è il punto di vista del commercio, soprattutto dei grandi centri commerciali, modello di business già in forte crisi negli Usa dove l’e-commerce è arrivato prima e la comodità dell’acquisto dalla poltrona del salotto, sempre più apprezzato.
E anche da noi c’è chi va a provare scarpe e vestiti in negozio, e poi li ordina su Amazon. Grazie al progresso e a noi Jeff Bezos, proprietario di Amazon, è oggi l’uomo più ricco del mondo con interessi in svariati settori, stampa compresa (è suo il The Washington Post).
Come spesso accade, le avanzate senza regole generano danni. Imporre regole ad Amazon, è difficile. E che il colosso tenti di affermare le proprie, è intuibile dall’attenzione dell’Antitrust italiano che sul gigante Usa ha avviato un’istruttoria. E pure sotto l’aspetto fiscale resta da chiarire in che modo la ricchezza della rete si debba riverberare sul territorio. Temi sui quali anche la politica dovrebbe riflettere.—
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