Amazon in Friuli, i big del commercio Bardelli e Arteni: così resisteremo

Udine, i commenti di due tra i più importanti attori del settore commerciale. «Non abbiamo paura della sfida, ma vorremmo giocare ad armi pari» 
Da sinistra, Antonio Maria Bardelli e Gianni Arteni
Da sinistra, Antonio Maria Bardelli e Gianni Arteni

UDINE. Rivendicano una «battaglia alla pari» i principali attori del commercio in Friuli Venezia Giulia. Soprattutto ora che il colosso Amazon sbarca in regione. I vantaggi che soffiano nelle vele dell’e-commerce sono infatti di due tipi: di natura fiscale e orari di apertura. Entrambi temi da mesi all’ordine del giorno del governo, sui quali la Grande distribuzione organizzata insiste senza però trovare la quadra.

Amazon apre la sua prima sede in Friuli: assumerà cento persone

Ed ecco che il compito spetta a chi deve fare tornare i conti e c’è chi si adegua, esportando il proprio business online (come è il caso di Arteni) e chi invece non teme la concorrenza, «perché i servizi offerti sono diversi», ha sottolineato Antonio Maria Bardelli, numero uno del Centro commerciale Città Fiera. Entrambi però chiedono un’equa fiscalità e libertà di apertura.

«La possibilità di vendere online sta cambiando il mondo, e anche noi facciamo la nostra parte con il nostro sito che sta avendo un certo successo – ha spiegato Gianni Arteni, patron dell’omonima catena di negozi –. È chiaro che quando anche questi grandi nomi dell’e-commerce, come Amazon, avranno gli oneri che abbiamo noi, forse ci sarà un po’ di giustizia in più».

Il business online lanciato da Arteni «sta crescendo malgrado paghiamo tutte le tasse – sono ancora le parole di Gianni Arteni –. Il fatto di essere privilegiati dal punto di vista fiscale, come Amazon, ovviamente non consente una competizione alla pari.

Ma dobbiamo fare i conti con il nuovo modo di acquistare da parte della gente. Ovviamente in rete viene meno il grande vantaggio del negozio fisico con il contatto umano e con i servizi diretti. Ma fa tutto parte dell’altalenante mondo dei cambiamenti che un po’ va da una parte un po’ dall’altra. Siamo davanti a una tendenza in atto e noi cerchiamo di assecondarla».

Il tipo di impresa che è il cuore del centro commerciale Città Fiera è soltanto in parte esportabile online e il compito non sarebbe neppure di chi quel business l’ha portato in regione, ma dei singoli negozianti che vi partecipano.

Ecco perché in questo caso la filosofia da seguire è leggermente diversa. Per di più, lo stesso Bardelli ritiene che «lo shopping non sia come fare rifornimento al distributore di benzina, ma è anche un’attività la cui partecipazione è gratificante. Quindi credo che il mercato conceda spazio sia al commercio tradizionale sia all’e-commerce.

Certo siamo davanti a nuova sfida, condotta con mezzi e dimensioni tali che ci impongono di tenere conto di tutte le novità e dei fattori in gioco». Il problema che è alla radice della contrapposizione fra commercio tradizionale e in rete è legato alle diverse condizioni in cui i due business si pongono. In particolare alla tassazione (che per i grandi colossi del web è del tutto concorrenziale) e l’accesso per 24 ore al giorno, sette giorni la settimana.

«La legge sulle chiusure festive in discussione in parlamento è persino peggiorativa rispetto alla norma regionale messa a punto dall’allora vice presidente Sergio Bolzonello, sebbene contestassimo allora anche quel provvedimento – ha ricordato Bardelli –. Il mestiere di un commerciante è dare il servizio quando viene richiesto e la gente lo vuole di domenica».

Esistono già alcune proiezioni sulle possibili ricadute delle chiusure domenicali: a livello italiano si stima possa esserci un taglio di personale che oscilla fra 50 e 80 mila lavoratori. «Le chiusure porteranno una flessione ulteriore dei ricavi – è l’opinione di Bardelli –. Non è vero che se non faccio un acquisto la domenica, allora lo faccio un altro giorno.

Se tutto il mondo tiene le serrande alzate anche nel fine settimana, c’è un ritorno economico. Per l’esercente le spese sono maggiori, con un incremento in organico del 15 per cento». Per esempio al Città Fiera le turnazioni consentono ai dipendenti di avere almeno il 50 per cento delle domeniche a casa.

«È vero, ci sono i piccoli commercianti che fanno fatica a stare al passo con la flessibilità di un grande centro – ha chiosato Bardelli –. Ma le chiusure non risolveranno i loro problemi, mentre saranno un assist formidabile ai colossi delle vendite online, che hanno una struttura meno impattante, la cui tassazione è oggetto di discussione continua e fanno politiche molto aggressive». –


 

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto