Amianto in discarica, tre indagati

Cordenons, inchiesta sulla presenza di rifiuti tossici. Destinatari dei provvedimenti Comune, GeoNova e un’altra ditta

CORDENONS. Caso rifiuti pericolosi nel sito della futura discarica del Venchiaruzzo: la procura della Repubblica ha aperto un fascicolo di indagine e iscritto nel registro degli indagati tre persone.

Un atto d’ufficio che fa seguito alle segnalazioni fatte in merito alla presenza in loco dei rifiuti da parte del Corpo forestale, in qualità di organo di controllo che svolge anche attività di polizia giudiziaria, e che va nella direzione di autotutela dei tre soggetti coinvolti.

Questi ultimi, nei giorni scorsi, hanno ricevuto dalla procura i rispettivi avvisi di garanzia, che danno loro modo, come persone informate, di poter procedere alla nomina di un perito di parte nell’ambito delle verifiche, che sono ancora in corso, rispetto alla pericolosità dei rifiuti rivenuti, parte dei quali contenenti amianto.

Da quanto appreso, la procura avrebbe già disposto che sia eseguita una perizia su un campione di rifiuti.

Coinvolti nel procedimento d’indagine sono il Comune di Cordenons, come ente titolare della concessione sul sito, la GeoNova, ditta da questi incaricata di eseguire la pulizia dell’area e la successiva realizzazione della discarica, e l’impresa che, per conto di quest’ultima, ha svolto le operazioni di scavo per il recupero dei rifiuti. Al momento, la procura non avrebbe tuttavia disposto il sequestro dell’area.

Comune e GeoNova restano intanto in attesa di ricevere risposta da Trieste in merito alla loro proposta di integrazione del protocollo d’intervento per la pulizia e lo smaltimento del materiale rinvenuto nell’area della discarica. La preoccupazione è che l’indagine, aperta come atto dovuto dalla procura, rallenti i tempi, già stretti, del nulla osta da parte della Regione rispetto allo smaltimento, e di conseguenza i lavori di realizzazione della discarica. L’obiettivo era infatti quello di partire con i lavori di realizzazione delle vasche che costituiranno la discarica dopo l’estate, ma gli ultimi eventi nell’annosa vicenda non permettono di fare previsioni. La GeoNova, tra l’altro, per l’opera in questione ha un finanziamento in scadenza a fine anno, che se non venisse rinegoziato andrebbe perso, aggiungendo alla vicenda un altro problema.

Quanto ai rifiuti rinvenuti sul sito, di proprietà del demanio militare e dal 2006 in concessione al Comune, si tratta di circa 50 mila metri cubi, tra ghiaia e inerti, residui di demolizioni, parte dei quali già smaltita. Il problema è però l’amianto, che in quanto rifiuto pericoloso richiede una procedura più complessa, nonché costosa. Per abbattere costi e tempi, il Comune ha proposto alla Regione lo smaltimento in una delle vasche della futura discarica. Si tratta in generale di rifiuti abbandonati per lo più tra gli anni ’60 e ’70 e i primi anni ’80 e il cui quantitativo non sarebbe stato preventivabile da parte di Comune e società.

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