Amianto sul Cellina, da Maniago un attacco alla Regione Fvg

Il greto è inquinato: interpellanza di Frattolin (M5s) alla Regione. Il consigliere: «È indispensabile rifinanziare gli interventi della protezione civile»

MANIAGO. «Inaccettabile l’immobilismo della giunta Serracchiani sulla presenza di amianto sul greto del Cellina. E’ necessario rifinanziare subito almeno gli interventi della protezione civile per ultimare la bonifica parziale stoppata nel 2014».

Lo sostiene il consigliere regionale del M5s Eleonora Frattolin, che assieme agli attivisti maniaghesi ha effettuato un sopralluogo nella zona. «L’amianto abbandonato sul greto del Cellina dagli anni Settanta è una vergogna intollerabile – tuona Frattolin, che ha depositato un’interpellanza –. Chiediamo alla giunta Serracchiani, che a parole dice di tutelare il territorio, di attivarsi per la bonifica integrale del sito».

«Nonostante la situazione sia nota da decenni alle istituzioni, sinora non è cambiato niente, e l’amianto, abbandonato abusivamente in passato da una ditta locale che faceva guarnizioni di testate di motori e di recente da privati e altre aziende, rimane ancora sul letto del fiume – dice –.

Centinaia di cumuli, alcuni coperti da teli in parte rotti, altri coperti da ghiaia e altri ancora con evidenti fuoriuscite di materiale inquinante. Si può vedere anche dell’amianto, in un primo tempo sepolto nel terreno, ora riemerso in superficie, tanto da essere stato trasportato sino a Vivaro da recenti fenomeni alluvionali. Amianto che potrebbe essere finito persino nelle falde acquifere».

Una situazione che riguarda entrambe le sponde del Cellina e «in parte ricade all’interno del sito di interesse comunitario (Sic) – prosegue –. Ci chiediamo come sia possibile far convivere una zona Sic e una zona speciale di conservazione di habitat e biodiversità con quella che pare essere la più grande discarica abusiva di amianto della regione».

Frattolin ricorda che nel 2007 c’è stata un’ordinanza del presidente del consiglio dei ministri che imponeva alla Regione di intervenire per la messa in sicurezza, «dato che il responsabile di questa situazione, individuato dalle indagini giudiziarie, nel frattempo era deceduto.

Ma a parte l’asportazione di qualche cumulo e l’avvio di una parziale bonifica, interrotta nel 2014, non è stato fatto altro – evidenzia –. Non si sono verificate le condizioni dei teli che coprono l’amianto. Sappiamo che la soluzione non è facile e i costi di bonifica sono elevati (si parla di più di 20 milioni di euro), ma resta scandaloso l’immobilismo di chi ha governato la Regione in questi anni».

E conclude: «Davanti a un’emergenza ambientale, la mancanza di risorse economiche non deve essere un alibi, vista la facilità con cui milioni di euro vengono spesi per opere inutili. Agiremo a tutti i livelli affinché si intervenga subito».

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