Amis: «Lustrini e volgarità sono il male dell’Occidente»

Volgarità, stupidità fatta a sistema, grettezza umana... «In poche parole parliamo di... noi?», chiede Massimo Cirri a Martin Amis avviando la gustosa (lo storico conduttore di Caterpillar è una garanzia) conversazione che in serata porta uno dei maggiori scrittori britannici contemporanei in un Teatro Verdi tutto esaurito. Poco prima Amis, corrosivo critico del conformismo sociale, ha ricevuto il premio FriulAdria “La storia in un romanzo” – assegnato agli scrittori che sanno abilmente inserire la storia nei loro libri – dal presidente dell’istituto bancario, Antonio Scardaccio, fiero della sempre maggiore credibilità che il riconoscimento ha acquisito, facendo peraltro sistema con il Luchetta a Trieste ed éStoria a Gorizia (e sul palco c’è anche Adriano Ossola).
Martedì sarà nelle librerie italiane il nuovo romanzo di Amis, Lionel Asbo. Lo Stato dell’Inghilterra, ed è lo stesso Amis a tracciare la “quarta” di copertina: storia di un criminale violento, ma non certo di successo, che vince 140 milioni di sterline alla lotteria. «Sarebbe un tipo molto intelligente, Lionel. Ma è un potenziale che non è incoraggiato e non si sviluppa, dunque non diventa mai intelligente. Allora si compiace di essere stupido e lo è ancora di più quando ha il colpo di fortuna». A un certo punto, l’estrema povertà morale e materiale in cui nasce e cresce sembra possa trovare riscatto nell’eccesso ed ecco che il suo credo diventa il denaro, tanto, e ancor più l’essere al centro dell’attenzione. «La fama è la nuova religione dell’Occidente», dice Amis e risponde così alla domanda iniziale di Cirri, parlando di una società «che si illude di poter perseguire la fama di per sé, vedendola come possibilità di lasciarsi alle spalle un passato negativo e raggiungere all’improvviso uno stratosferico luccichio». E così, sollecita Cirri, «sembra che nel grande affresco storico-sociale di questo tempo che Amis disegna, la storia si sia fermata e ci sia soltanto cronaca: nera, come il mondo della micro-criminalità di Asbo, e rosa, nello sfolgorio di calciatori e veline». Amis sottoscrive. «È così da settant’anni, in Inghilterra e in Europa. Da noi tutto è finito nel 1945, quando abbiamo smesso di avere sotto il nostro controllo mezzo mondo. A nessuno piace essere detronizzato, chiunque tenta di riprendersi ciò che gli hanno tolto. Ma la nostra reazione è stata controintuitiva: invece di deprimerci abbiamo sviluppato interesse per ciò che è superficiale». La nota positiva sembra essere il recente no del Parlamento inglese («strano, voi che avete sempre bombardato con piacere», lo punzecchia Cirri) a un intervento militare in Siria, decisione che secondo Amis è molto legata alla credibilità americana e al declino degli interventi «a scopo umanitario» che «in poco tempo lasciano senza via di scampo».
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