Amore friulano per il trionfatore Viviani

Mereto di Tomba, il ciclista che ha vinto l’Omnium è il fidanzato della collega di Nazionale Elena Cecchini di San Marco

MERETO DI TOMBA. «A tutti i tifosi, a tutti gli italiani che ieri hanno sofferto con me anche quando sono caduto, al gruppo di tifosi di San Marco di Mereto questa medaglia è anche per voi» scrive Elia Viviani sui social ma soprattutto come lui stesso ha detto in diretta tv «la vittoria è dedicata alla mia Elena».

Il destino è destino non c’è nulla da fare, quando poi è magico come quello della friulanissima Elena Cecchini e del suo moroso Elia Viviani, profuma di dolce complotto. Infatti la nostra di Mereto Di Tomba, frazione San Marco, ha trovato l’amore a Vallese frazione di Oppeano in provincia di Verona, paesi entrambi gemellati da circa 30 anni.

Prima grazie alle associazioni dei Donatori di Sangue e poi, da quattro tra le due amministrazioni comunali. Elia Viviani ha radici anche in Friuli, adottato affettivamente da Mereto e domenica sera, con indosso la maglietta dei fan, tifo sfrenato per lui.

La tecnologia annulla le distanze, collega il mondo, unisce le emozioni come quella di Elena che insieme al suo Elia si sono lasciati andare in diretta skipe a un liberatorio pianto di felicità e di amore.

Lei infatti è rientrata in Italia per un solo giorno, oggi riparte, destinazione Svezia per le prove della Coppa del mondo, venerdì cronosquadra e domenica percorso misto.

«Domenica sera dovrebbe riuscire a rientrare e, non so in quale località - dice il papà di Elena - incontrare il suo Elia».

Da circa 4 anni insieme “E&E” si assomigliano, si sostengono a vicenda nei momenti di difficoltà, sono due persone determinate, precise, sensibili e generose, con una volontà di ferro. Quando uno dei due cade sa che deve ripartire, subito.

«Elena gli ha dato tranquillità e le motivazioni importanti e giuste per essere sempre molto concentrato e affrontare nei migliore dei modi la gara - sottolinea Andrea Cecchini, zio e supertifoso della nipote Elena - . Elia è stato molto sfortunato in questi anni. Per le Olimpiadi ha curato tutto nei minimi particolari dai test della galleria del vento all’abbigliamento. Quest’ultimo fondamentale per la penetrazione dell’aria, elemento non banale a una velocità di oltre i 50 kmh».

«Lui grazie alla Federazione e alle aziende che hanno voluto investire in questo progetto ha trovato le condizioni ideali facendo da apripista in queste tipo di ricerca della prestazione attraverso le nuove tecnologie. Elia - aggiunge Cecchini - aveva un corredo di sei bici, ognuna si adattava a ogni prova, e un supporto tecnico di primo ordine. La sua vittoria è comunque un grande successo di squadra».

«In attesa infine di una medaglia olimpica anche di Elena a Tokyo tra quattro anni in famiglia - dicono convinti papà e zio Cecchini - ci godiamo questo straordinario momento».

Argomenti:rio 2016

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto