Anatema dei preti friulani: "Bestemmiare è un vizio"

La bestemmia? Una cattiva abitudine diventata vizio. Un brutto vizio. Don Giovanni Straulino, parroco di Cassacco, ha una grande passione: il calcio. Ha giocato a Tarcento e a Lignano, quando la bestemmia si pagava con una multa di 500 lire. «Multa che finiva in beneficenza per le missioni», racconta.
«Ho letto la storia del giocatore del Cussignacco espulso per aver detto “Dio Santo” e ho sorriso. “Dio Santo” è il complimento più grande che si possa fare a Dio. È l’attributo più grande che gli si possa dare. Scambiarlo per una bestemmia fa sorridere, ma la giovane età dell’arbitro spiega la svista».
Altra storia sono le bestemmie che regolarmente sono “tirate” durante le partite di calcio (in quella tra Cussignacco ed Esperia, altri due giocatori sedicenni sono stati espulsi per questo motivo). «Ho avuto trascorsi da giocatore – continua don Giovanni – e, purtroppo, erano all’ordine del giorno. Da tifoso, poi, ricordo un cartellino rosso a Bia: durante una partita in serie A dell’Udinese offese Dio pesantemente e platealmente. Non c’è niente da fare: quella della bestemmia è una cattiva e brutta abitudine che diventa vizio. Una mancanza di rispetto che contagia giovani, meno giovani e in alcuni casi anche le donne (se credono così di ottenere la parità forse è meglio se si concentrano su altro, scherza don Giovanni)».
«In oratorio da noi – il San Giovanni Battista di Cassacco, ha vinto all’Olimpico il Tim Cup Junior, torneo a sette per ragazzi di oratori delle annate 2000-2001-2002, battendo in finale il Cagliari e dopo aver fatto fuori, Milano, Genova, Torino e Bologna – usiamo il cartellino azzurro. Il giocatore che nomina Dio, insulta un avversario o ha comportamenti violenti esce per alcuni minuti. Tipo la pallanuoto. Un’espulsione momentanea contro le cattive abitudini. Un modo per insegnare i valori di lealtà e di fermezza. Basta un “cretino” per restare in disparte per un po’». Magari potrebbe essere un’iniziativa educativa anche nei campi più grandi, perchè checchè se ne dica, la bestemmia è la norma praticamente tutte le partite di serie A, in campionati minori. Potrebbe anche essere un’idea nei locali pubblici: cartellino azzurro e stai fuori per un paio di minuti.
Il Friuli, con il Veneto e la Toscana sono le regioni in cui più spesso si chiama in causa Dio. La bestemmia è all’ordine del giorno. Una sorta di intercalare, usato nel modo più svariato. Un rafforzativo per alcuni, un gesto deprecabile per altri, un modo per mettersi in mostra per i più giovani, un modo per dare maggior enfasi a un pensiero, per manifestare la propria rabbia. Scrive il pordenonese Francesco Boz sulla sua rivista on line “Oltreuomo” a commento di una sorta di sondaggio: «La bestemmia è un momento catartico attraverso cui scaricare la tensione. Non sostituisce lo yoga o altre pratiche di rilassamento che promettono una gestione dell’ansia a lungo termine, ma funziona molto bene per lenire la fase acuta di stress....».
«Provate a imprecare insultanto una persona a voi cara – conclude don Giovanni Straulino –; vostra moglie, i vostri bambini. È sgradevole. Altrettanto lo è la bestemmia. Ci sono molti altri per rilassarsi senza denigrare Dio Santo».
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