Anche video-spot per spacciare la droga
Video per promuovere la vendita di droga. Un giro d’affari di centinaia di migliaia di euro. Una fitta rete di consumatori, tra cui anche studenti universitari e delle superiori. Nove persone coinvolte, tra arrestati (quattro) e indagati (cinque). Cinquantacinque mila euro sequestrati insieme a rilevanti quantità di marijuana e hascisc, ma anche Lsd, Mdma e cocaina.
Questi i tratti principali dell’operazione antidroga “Sly” illustrata dai carabinieri ieri mattina nella caserma di viale Trieste, sede del comando provinciale. L’indagine, come ha spiegato in conferenza stampa il comandante della compagnia di Cividale, capitano Rossella Pozzebon, è cominciata nel febbraio del 2018 dopo un controllo stradale casuale.
Partendo dal sequestro di piccole quantità di marijuana e hascisc, gli investigatori sono riusciti a risalire alla persona ritenuta responsabile della cessione al ragazzo controllato in strada ed è così scattato il primo di quattro arresti in flagranza. Sono così finiti nei guai Simone Salin, 23 anni, di Udine (a febbraio, appunto) e, pochi mesi dopo, in agosto, Riccardo Picotti, 22 anni, di Cividale e Damijan Kovacevic, 43 anni, sloveno e, infine, nel febbraio dello scorso anno, Giulio Frezza, 23 anni, di Tolmezzo. Per i soli fatti legati agli arresti in flagranza i quattro sono stati già condannati, complessivamente, a nove anni di reclusione. Per gli altri episodi emersi durante l’indagine – che è stata coordinata dal sostituto procuratore Giorgio Milillo – ci sarà un giudizio separato che riguarderà, come detto, anche altre cinque persone tutte giovani e residenti nell’hinterland udinese.
Dal febbraio 2018 in poi, davanti agli occhi dei carabinieri, ha cominciato ad aprirsi una “finestra” su un rilevante giro di stupefacenti provenienti, per la maggior parte, dalla Slovenia e destinati a tutta la provincia di Udine, dalla Carnia al Cividalese e anche al capoluogo friulano.
In tutto durante questa lunga e complessa attività investigativa, portata avanti con metodi tradizionali e anche attraverso intercettazioni, sono stati posti sotto sequestro 55 mila euro in contanti, ritenuti provento dello spaccio; 2,7 chili di marijuana; 150 grammi di Mdma; 30 grammi di cocaina; 40 francobolli intrisi di Lsd; alcuni grammi di olio di hascisc assieme a bilancini di precisione e altro materiale per la suddivisione e il confezionamento delle dosi. Confiscate, poi, anche due auto utilizzate per trasportare e nascondere la droga. «Per quanto riguarda i quantitativi di droga recuperati – ha spiegato il capitano Pozzebon – sono solo una piccola parte di quello che le persone coinvolte in questa indagine riuscivano a movimentare, ossia diversi chili in un mese». Le indagini hanno infatti documentato, oltre a quanto sequestrato, la gestione di almeno 40 chili di marijuana, 600 grammi di hascisc e minori quantitativi, ma non per valore, di cocaina, popper, ecstasy, Mdma ed Lsd. Il tutto, secondo stime degli investigatori, per un volume d’affari di centinaia di migliaia di euro.
«Il lavoro di ricostruzione è stato difficile – ha sottolineato il capitano Pozzebon –, ma siamo riusciti a documentare che gli episodi di spaccio sono iniziati nel 2015. L’indagine si è conclusa nel dicembre dello scorso anno, si tratta quindi di un’attività ancora attuale». —
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto