Ancora dei massi sospesi dopo la frana sulla ferrata a Villa Santina

Ispezione del geologo udinese Andrea Mocchiutti: il movimento franoso, inizialmente stimato in circa venti metri cubi di materiale roccioso, aveva coinvolto quaranta metri cubi di detriti

Simone Narduzzi

Il giorno dopo la frana, la nuvola di fumo è soltanto un ricordo. Il grande spavento pure. In prossimità dei detriti, a osservare, esaminare, valutare, – a debita distanza, beninteso – il geologo udinese Andrea Mocchiutti, incaricato per effettuare un sopralluogo nei punti più sensibili della via ferrata Farina del Diavolo, all’ingresso di Villa Santina.

Dalle 8 di mattina, l’esperto ha avuto modo di analizzare quanto successo ai piedi del costone, dove martedì sono andati a depositarsi cumuli di terra, alberelli e massi.

Successivamente, accompagnato dal tecnico comunale Michele Di Vora, si è portato al punto terminale del tracciato, quello accessibile da Lauco. «Il geologo – spiega Di Vora – è sceso di alcuni metri, fermandosi a distanza di sicurezza dal punto in cui è avvenuto il cedimento».

Da lì, ha constatato come il movimento franoso, inizialmente stimato in circa venti metri cubi di materiale roccioso, invero aveva coinvolto quaranta metri cubi di detriti. Il crollo, nello specifico, aveva avuto origine a circa 250 metri sopra la base della parete, coinvolgendo il tratto iniziale e intermedio del percorso della via ferrata.

Il materiale, una volta a terra, si era disteso per un fronte di circa ottanta metri alle spalle del cimitero antistante.

«Servendosi di un drone – prosegue Di Vora – il geologo ha scattato delle immagini, anche ravvicinate. Sostanzialmente abbiamo osservato come alcuni massi risultassero ancora bloccati fra i rami, determinando quindi un fattore di rischio.

Tant’è vero che, nella relazione che preparerà dopo questo sopralluogo, dovrebbe riportare l’esigenza di effettuare un intervento di disgaggio, un’opera di pulizia da parte di un’impresa specializzata che, utilizzando determinati strumenti, provvederebbe a ripulire l’area».

È attiva, intanto, l’ordinanza di chiusura del tratto. «Una persona – racconta il sindaco di Villa Santina, Domenico Giatti – mi ha già chiesto se la via fosse percorribile».

Lo stop ha colto alla sprovvista anche altri escursionisti: «Io stesso – rivela Di Vora – ho bloccato tre automobili con persone che, non sapendo della frana, volevano percorrere la ferrata. E questo fa pensare ancor più alla fortuna che abbiamo avuto.

Come ha già avuto modo di sottolineare il sindaco, il percorso è molto battuto, durante tutto l’anno, da molti turisti, anche austriaci e sloveni».

Resta in attesa di quanto emergerà dalla relazione del geologo incaricato anche l’assessore regionale con delega alla Protezione civile Riccardo Riccardi: «Sulla base delle indicazioni fornite, metteremo prontamente in sicurezza il tratto, dopotutto è il nostro mestiere.

Per fortuna – ha aggiunto – il crollo non ha causato conseguenze su eventuali escursionisti».

L’assessore, martedì, era intervenuto in prima persona sul luogo del cedimento, potendo così appurare la prontezza di intervento da parte dei diversi operatori chiamati in causa per l’occasione.

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto