L’82º di Nikolajewka, appello degli alpini: «Dovere di ricordare in nome della pace»
Centinaia di penne nere alle commemorazioni al Tempio. Sono state consegnate le piastrine di tre caduti in Russia

La responsabilità del ricordo. L’impegno a tramandare la memoria ai giovani, a far conoscere loro la storia. L’appello alla pace che si rinnova davanti al Tempio di Cargnacco, là dove domenica mattina, 26 gennaio, si è ricordata 82 anni dopo la battaglia di Nikolajewka combattuta dagli alpini durante la ritirata di Russia il 26 gennaio 1943.
E sotto quello stesso cielo «anche se collocati in geopolitiche diverse oggi si continua a sparare – ha ricordato il sindaco di Pozzuolo Gabriele Bressan durante la cerimonia –. L’auspicio è che questa manifestazione, così come le nostre parole non restino tali ma si traducano in un impegno concreto, quello che parte dai quei veri valori alpini di solidarietà, mutualità, sempre vivi all’ombra di un cappello».
Centinaia le penne nere presenti alla cerimonia – svoltasi alla presenza di Paola Del Din, 101 anni, medaglia d’oro al valor militare, in rappresentanza di tanti gruppi del Friuli che, sulle note della Fanfara della brigata alpina Julia hanno sfilato fino a raggiungere il piazzale.

«Le gesta di quella battaglia devono rappresentare – ha riferito il comandante della Brigata alpina Julia Francesco Maioriello – un esempio di coraggio, abnegazione e sacrificio. Gli alpini ci sono e ci saranno sempre». Atti di eroismo, di solidarietà, di profonda umanità che sono stati ricordati poi dal presidente della sezione Ana di Udine Mauro Ermacora.
La memoria, dunque, che deve diventare un contributo attivo da parte di ciascuno tramandando la storia alle nuove generazioni «battaglia di Nikolajewka che permise ai superstiti dell’Armir di uscire dall’accerchiamento, abbiamo il sacro dovere di mantenere vivo il ricordo di questi nostri sfortunati fratelli in senso di riconoscenza e anche di monito affinchè gli orrori non si ripetano mai più» è stato l’appello ribadito nel corso della cerimonia svoltasi davanti al tempio che raccoglie i resti di novemila caduti nella Campagna di Russia fortemente voluta da don Carlo Caneva, cappellano militare degli alpini in Russia e poi parroco di Cargnacco e sulla cui tomba ieri è stato posto un omaggio floreale.
Al termine della messa, celebrata da don Michele Frappa, parroco del Tempio e e don Albino d’Orlando e accompagnata dal coro sezionale del gruppo alpini di Codroipo, il presidente dell’Unirr nazionale dell’Unirr Giovanni Soncelli ha consegnato al responsabile del Tempio Alessandro Lepore le piastrine del sottotenente Fausto Gamba, nato nel 1917 a Brescia, appartenente al Battaglione “Val Cismont” 9° Reggimento alpini, Medaglia d’oro al valor militare i cui resti mortali hanno trovato degna sepoltura proprio qui, nelle frazione di Pozzuolo, come Attilio Zonin, nato nel 1921 a Gambellara di Vicenza, appartenente al 9° Reggimento alpini i cui resti mortali si trovano in una fossa comune a Nowo Postojalowka, come Alfonso Nerone, classe 1919, caporale di artiglieria nato a Mondragone (Caserta. Attorno alla sacello del soldato ingoto di Russia su cui è stata deposta una corona si è dunque conclusa la cerimonia a cui hanno presenziato molti sindaci del territorio e il consigliere regionale Mauro Di Bert.
L’invito ribadito dal sindaco Bressan è quello « di non abbassare la guardia, perchè il rischio di passare qui fuori e pensare che questa chiesa sia come le altre è molto alto. Prendiamoci tutti assieme l’impegno a valorizzare ancora di più questo luogo e valorizzarlo riempendolo di scolaresche e di ragazzi e di invitare le persone a vederlo il qui vicino museo». Per tramandare, per far conoscere. Per ricordare.
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