Appalti pilotati all’ospedale di Udine, chiesti cinque rinvii a giudizio

Il procuratore aggiunto Raffaele Tito ha sollecitato il processo per tutti gli indagati, due dipendenti del Santa Maria della Misericordia e tre imprenditori

UDINE. Il procuratore aggiunto Raffaele Tito ha chiesto il rinvio a giudizio di tutti e cinque gli indagati per gli appalto pilotati all’ospedale Santa Maria della Misericordia.

Secondo il pm, con accordi clandestini e mezzi fraudolenti due dipendenti del Santa Maria della Misericordia avrebbero infatti favorito la Vem Sistemi spa, ditta che, pur non avendo i requisiti previsti dalla legge, si è poi aggiudicata i lavori da oltre 400 mila euro per il cervellone dove confluiscono e vengono registrate tutte le attività dei sistemi informatici.

Il regista occulto che si cela dietro l'intera operazione sarebbe però la Schneider eletric Italia srl, il colosso specializzato nella gestione dell'energia.

A ricostruire l’accaduto sono stati i carabinieri del Nas di Udine che hanno effettuato diverse perquisizioni sequestrando computer e materiale informatico ai cinque indagati tra i quali ci sono anche due dipendenti del Santa Maria della Misericordia: il direttore della Struttura operativa complessa “Tecnologia dell'informazione e della comunicazione” Piero Pascolo, 55 anni, che è anche vicesindaco a Comeglians, e Alessandro Gigante (52), di Codroipo, responsabile della Comunication tecnology della stessa Soc.

Insieme a loro sono accusati di turbata libertà degli incanti anche tre imprenditori: il legale rappresentante della Vem Sistemi spa di Forlì, Maurizio Camurani (55), l'unico accusato anche di falsità ideologica, Franco Qualizza (53) di Nimis, rappresentante commerciale della Vem, e Fabrizio Landini (50), di Livorno, legale rappresentante della Schneider Electric Italia srl di Stezzano (Bergamo).

Nel computer di uno degli indagati gli investigatori del Nas hanno trovato il capitolato d'appalto della gara che si sarebbe poi aggiudicato, sei mesi prima della pubblicazione.

Da qui la convinzione che la Vem sia stata in qualche modo avvantaggiata dall’ospedale e dall’azienda toscana (l'unica in grado di gestire la manutenzione del vecchio Data center) che avrebbe fornito preventivi diversi ai partecipanti “scegliendo” di fatto chi poi si sarebbe aggiudicato l’appalto.

A sollevare il caso è stata un’azienda concorrente di Vem che si è costituita parte civile. Il gup Matteo Carlisi ha rinviato l’udienza all’8 luglio per ascoltare le difese.

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