Appalti truccati al Coni, ecco le email dell’accordo
TRIESTE. «Il Coni ha la necessità, come la volta scorsa, di tre preventivi. Scrivi a Luana e falle recapitare le offerte superiori di altre due società, così ti sarà affidato in fretta l’incarico». È più o meno questo il testo di una delle email che avrebbero convinto il pm di Trieste, Federico Frezza, a disporre accertamenti su due convegni organizzati dal Coni Fvg nel 2008 e nel 2009. A scriverla era stato Rodolfo Ziberna, oggi consigliere regionale del Pdl, e a riceverla Massimo Lombardo, legale rappresentante dell’agenzia “Alan Normann Comunicazioni srl” di Udine.
La persona cui le offerte avrebbero dovuto essere inviate è Luana Matassi, dipendente del Coni e sua attuale segretaria. Per tutti, al momento, l’ipotesi di reato formulata dal magistrato è il concorso in turbata libertà degli incanti e del procedimento di scelta del contraente. Appalti pilotati, insomma. Il procedimento è ancora in fase d’indagine preliminare e per la settimana prossima sono fissati i primi interrogatori.
La difesa di Ziberna. «Non c’entra niente con il Coni, nè tanto meno con le gare e non ha mai avuto alcun potere decisionale». Sul punto, il difensore di Ziberna, avvocato Antonio Montanari, è categorico. Indicato quale dirigente del Coni nel decreto con il quale, qualche mese fa, i finanzieri lo avevano invitato a consegnare documentazione ritenuta utile alle indagini, Ziberna è stato ora definito «l’ideatore del meccanismo illecito».
La sua posizione sarà chiarita martedì, nel faccia a faccia con il pm. «Voleva farlo subito dopo le acquisizioni - dice l’avvocato Montanari -. Si era rivolto a me, per recarci insieme dal magistrato e spiegare, innanzitutto, come non abbia mai avuto alcun rapporto formale con il Coni. Abbiamo collaborato all’inizio e continueremo a farlo a maggior ragione adesso».
Quanto all’email, il difensore suggerisce una lettura completamente diversa e chiede se questa possa bastare a configurare un’ipotesi di reato. «Chi disse alle altre agenzie come muoversi e quanto offrire - afferma - non è stato certo il mio cliente. Nel nostro caso, non c’è stato alcun mezzo fraudolento e nessuno ha turbato alcunchè. D’altronde, quale sarebbe stato il movente?».
Il vincitore e la dipendente. Massimo Lombardo, ossia il presunto «beneficiario» dei due affidamenti da 16 mila 650 euro (nel 2008) e 30 mila euro (2009), intanto, si dice sereno. «Chiariremo tutto nell’interrogatorio», si limita ad affermare il suo difensore, avvocato Luca Ponti, assente per ragioni di lavoro e in attesa, quindi, di esaminare gli atti messi finora a loro disposizione. Restano alla finestra anche la Matassi e l’avvocato Francesco Donolato, che la assiste. «Sono stato nominato qualche mese fa - spiega il legale -, quando la mia cliente ha appreso dell’esistenza di un procedimento, in occasione di una perquisizione nella sede del Coni. Dell’evoluzione delle indagini, invece, ho appreso con sorpresa dalla stampa e ora attendo il deposito degli atti per una valutazione».
I concorrenti. L’accusa ruota attorno all’ipotesi che esistesse un accordo, in base al quale si facevano confluire al Coni tre «preventivi addomesticati», chiedendo a Lombardo di procurarne due con offerte superiori alla sua, per essere certo di spuntarla in ogni caso. Così nel 2008, quando la Alan Normann si impose sulla “Ad Comunication srl” di Gradisca d’Isonzo, di Cinzia Lorenzon (che propose 19.500 euro), e sulla “Quaeris” di Breda di Piave, di Giorgio De Carlo (21 mila), e così pure nel 2009, quando a perdere furono di nuovo la società isontina (34 mila) e la “Ideando” di Buia, di Alessandra Aita (35.500). I tre imprenditori sono a loro volta sotto inchiesta per concorso in turbativa d’asta, in relazione alle rispettive licitazioni private.
L’avvocato Maurizio Miculan, difensore della Aita, è perentorio nell’escludere ogni forma di responsabilità. «Nelle fonti di prova che il pm ha posto alla base dell’invito a comparire - osserva - non c’è una email che riguardi la mia cliente. Non a caso, la perquisizione che subì un mese fa diede esito negativo. Prima di essere interrogati dal pm, tuttavia, intendiamo acquisire tutti gli atti del procedimento». Un faldone costituito, pare, da oltre 1.500 documenti.
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