Appartamento a “luci rosse”, assolti in due

SEQUALS. Un presunto giro di prostituzione era stato stroncato dalla guardia di finanza di Udine nella primavera del 2012. Le fiamme gialle avevano compiuto una perquisizione in un appartamento di via Fagagna, nel capoluogo friulano. Per concorso in favoreggiamento della prostituzione, due uomini e una donna erano stati chiamati a giudizio. Il processo davanti al tribunale collegiale di Udine – presidente Di Silvestre, a latere Qualizza e Persico – si è concluso ieri con due assoluzioni e la condanna della donna.
Otto Frisan, 46 anni, di Fagagna, assistito dall’avvocato Francesca Maurig, locatario dell’appartamento, e Pietro Lenarduzzi, 61 anni, di Sequals, difeso dall’avvocato Luca Donadon, sospettato di essere il procacciatore di clienti, sono stati assolti per non avere commesso il fatto. Sumalee Sritongsuk, thailandese di 57 anni residente a Castelnovo del Friuli, è stata condannata a due anni e sei mesi di reclusione. Il pubblico ministero Loffredo aveva chiesto quattro anni e sei mesi per tutti e tre.
Frisan e Lenarduzzi erano accusati di concorso in favoreggiamento della prostituzione di tre cittadine thailandesi. Il primo, in particolare, secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbe preso in locazione, il 7 aprile 2010, un appartamento di via Fagagna, a Udine, mettendolo a disposizione, con il secondo, della coimputata, per l’esercizio della prostituzione.
La perquisizione della guardia di finanza di Udine era avvenuta il 23 febbraio 2012. In quel frangente Lenarduzzi avrebbe chiamato Frisan, avvisandolo che nell’appartamento c’erano gli agenti della polizia municipale e quindi esortandolo a “istruire” le prostituite, che avrebbero dovuto dire agli inquirenti di essere amiche del locatario e per soli due giorni da lui ospitate. Mentre effettuava questa telefonata, però, il locatario era con la guardia di finanza, che aveva annotato il contenuto della stessa chiamata. Secondo l’avvocato Luca Donadon, però, tale conversazione non era utilizzabile ai fini della formazione della prova.
La 57enne thailandese, invece, era accusata di avere favorito la prostituzione di due concittadine, mettendo loro a disposizione l’appartamento e incassando una quota d’affitto che poi avrebbe girato al locatario. La donna, inoltre, avrebbe provveduto a tradurre in italiano le telefonate dei potenziali clienti e a promuovere l’attività di prostituzione attraverso inserzioni su giornali e siti internet. Frisan e Lenarduzzi, ha insistito la difesa che ha ottenuto l’assoluzione, non potevano sapere che cosa accadesse in quell’appartamento.
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