Arano i “prati stabili”: due proprietari nei guai

SACILE. Tutela ambientale in primo piano in riva al Livenza. Hanno trovato applicazione le norme regionali per la tutela dei prati stabili naturali, con una ordinanza di riduzione in ripristino firmata dal coordinatore dell’Area urbanistica, edilizia privata, ambiente e attività commerciali, architetto Sergio Della Savia, a carico di un sacilese e di un udinese.
A seguito di sopralluogo compiuto da personale della Stazione forestale della Valcellina è stata infatti accertata l’avvenuta infrazione alle misure di conservazione previste dalla legge regionale 9 del 2005, nella fattispecie il dissodamento di prati stabili.
Nello specifico i prati stabili interessati sono stati oggetto di lavorazione di messa a coltura al fine di creare un campo di mais. Si tratta, invece, di superfici che sono censite nell’inventario dei prati stabili naturali come tipo di prato da sfalcio che si sviluppa su suoli molto umidi ed inondati.
Va detto in proposito che nel territorio comunale le specie naturali erbacee, arbustive ed arboree sono tutelate e in particolare i prati stabili. Di qui la decisione di ordinare la riduzione in ripristino dei luoghi valido per tutte le superfici interessate.
A M.L. di Udine e a A.N. di Sacile è stata ordinata la riduzione in ripristino dei terreni da effettuarsi con le modalità tecniche stabilite dalla Direzione centrale delle risorse agricole, naturali, forestali e montagna della Regione.
Di qui l’immediata sospensione delle lavorazioni colturali (creazione di un campo di mais) evidenziate nel sopralluogo della Forestale.
La preparazione del terreno da ripristinare, inoltre, prevede la raccolta dei residui colturali e la triturazione della biomassa superficiale (in particolare gli stocchi di mais) presente sul terreno, l’aratura a media profondità (in modo da rivoltare le fette), la preparazione del letto di semina senza effettuazione di diserbo.
Il tutto deve essere eseguito circa due giorni prima, o comunque con il minor anticipo possibile, della semina di miscela commerciale di loietto italico e fienarola dei boschi da effettuarsi in primavera (entro il 15 aprile) o autunno (entro ottobre) preferibilmente con suolo bagnato.
Le cure colturali del prato ripristinato, infine, impongono per cinque anni di eseguire uno sfalcio a fine giugno ed uno a fine settembre mantenendo un’altezza di almeno 15 centimetri da terra. Non dovrà poi essere eseguita fertilizzazione né chimica né organica.
Qualora i responsabili, avverte l’ordinanza, non ottemperino entro i termini prescritti, la riduzione in ripristino dei luoghi sarà eseguita d’ufficio dal Comune e a spese a carico dei trasgressori.
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