Arrestata perchè potrebbe evirare qualcun altro

La ricostruzione della vicenda avvenuta domenica 1 febbraio in via Maniago a Udine dove una donna di 31 anni, brasiliana, ha tentato di mutilare un amico di 25 anni conosciuto in discoteca

UDINE. Sono saliti a casa di lei e si sono chiusi in camera da letto. Da quando si erano conosciuti, in una discoteca la notte di San Silvestro, era già capitato di incontrarsi e appartarsi.

Domenica, però, la realtà ha superato l’immaginazione. Lei lo ha spogliato, lo ha fatto stendere sul letto e gli ha coperto il corpo con un lenzuolo. Doveva essere un giochino erotico e si è trasformato invece in una mezza tragedia.

«Ho sentito una fitta al basso ventre e ho pensato soltanto a scappare», ha raccontato ai poliziotti prima di entrare in sala operatoria e poi di nuovo ieri, fino a tarda sera. La sua amica lo aveva colpito ai genitali con un coltello e, per poco, evirato. Soltanto la prontezza di spirito e la forza della disperazione lo hanno aiutato a sollevarsi e, grondante di sangue, ad arrivare in auto in ospedale. In tempo per essere salvato.

Udine, litiga con il ragazzo e lo evira

La ricostruzione della drammatica vicenda andata in scena attorno alle 16 di domenica, in un appartamento di via Maniago, si è precisata ieri, grazie agli elementi e alle testimonianze raccolti dagli agenti della Squadra mobile della Questura.

A sua volta accompagnata in ospedale, sedata e ricoverata in Psichiatria, la ragazza è stata arrestata nella notte e piantonata a vista 24 ore su 24. Ieri, è toccato al pm di turno, Claudia Danelon, esaminare gli atti e formulare una prima ipotesi di reato.

Salvato dopo un intervento di 4 ore

Carolina De Brito Peres, 31 anni, cittadina brasiliana con residenza a Tavagnacco e domicilio in via Maniago, a Udine, dovrà rispondere di lesioni personali gravi (previste in caso di ferite con prognosi superiore ai 40 giorni) o gravissime (quando portano a un indebolimento o alla non funzionalità dell’organo) aggravate dall’uso dell’arma.

Spetterà a una consulenza medica fornire l’esatta indicazione del danno arrecato e, quindi, anche la corretta formulazione del capo d’imputazione. Dopo l’intervento chirurgico, il giovane, che ha 25 anni ed è un militare, è stato ricoverato nel reparto di Urologia.

Tutt’altra la versione, o meglio, quel poco di spiegazioni che è stato possibile raccogliere dalla ragazza. Agli agenti coordinati dal vice questore aggiunto, Massimiliano Ortolan, che all’arrivo nell’appartamento l’hanno trovata ancora stesa sul letto, con indosso soltanto una maglietta, la brasiliana ha raccontato di essersi difesa da un tentativo di stupro.

Tenta di evirarlo alla fine di un litigio, arrestata

Senza, tuttavia, fare alcun cenno all’arma adoperata, un coltello da cucina con lama lunga 20 centimetri. Sono stati gli investigatori, nella successiva perquisizione, a trovare il coltello all’interno di una borsa e sconfessarne la ricostruzione.

Ed è stata la testimonianza della sua coinquilina, che quel pomeriggio si trovava nella propria stanza, a porre ancor di più in dubbio quanto dichiarato dall’amica.

«Non ho sentito niente di niente – ha riferito alla polizia –. L’unica voce che ho sentito gridare è stata quella del suo amico. “Ma cosa hai fatto... cosa hai fatto?”, le ha urlato».

«L’ho sentita urlare insulti contro gli italiani»
Placeholder

L’ulteriore colpo di scena è arrivato da un’annotazione dei carabinieri di Feletto. Carolina li aveva chiamati poche ore prima di colpire. Aveva telefonato da un punto imprecisato della provincia e aveva chiesto che l’andassero a prendere, per accompagnarla a Udine.

La conversazione, molto confusa, si era chiusa con una minaccia per nulla campata in aria. «Se non venite voi – aveva detto ai militari –, mi farò portare da un mio amico e poi gli taglierò il pene».

Nella storia di Carolina, in Italia da oltre 15 anni e fino a qualche tempo fa in carico al Centro di salute mentale, per un disturbo pischiatrico, c’è anche da un precedente penale. Nel maggio del 2009, era stata sorpresa a rubare una rivista in un’edicola di Borgo stazione e arrestata dalla polizia.

Ne era seguito un parapiglia, che all’accusa di furto aveva sommato quelle di resistenza e violenza a pubblico ufficiale, ingiurie e lesioni.

Nell’udienza di convalida che si terrà stamani, in ospedale, il pm, ritenendo sussistere il pericolo di reiterazione del reato e non disponendo delle carte attestanti un’incapacità d’intendere e di volere, avanzerà al gip richiesta di applicazione della custodia cautelare in carcere o di altra misura idonea a salvaguardare tale rischio, oppure la misura di sicurezza provvisoria in una casa di cura e custodia.

Il suo difensore di fiducia, avvocato Emanuele Iuri, invece, ribadirà la tesi della legittima difesa. «Di una reazione, cioè, forse sproporzionata – ha affermato il legale –, ma comunque di difesa a un atto non voluto, sebbene i due si conoscessero già».

Il difensore intende inoltre insistere sulla valutazione della capacità d’intende e volere e di partecipazione al processo della ragazza, «considerato – ha spiegato – lo stato di grave turbamento in cui versa e che le impedisce l’elaborazione del ricordo».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto