Arrestato e poi assolto: sottrarre rifiuti non è reato

Vittorio Veneto: un 56enne marocchino si era introdotto 11 volte nell’ecopiazzola. Aveva preso materiali di risulta e metalli. Il pm aveva chiesto la condanna

VITTORIO VENETO. Entrare in una piazzola ecologica e sottrarre ogni genere di bene non costituisce reato. Con questa formula ieri mattina il giudice del Tribunale di Treviso, Marco Biagetti, ha assolto il 56enne marocchino Hassan Ftaichi di Vittorio Veneto.

L’uomo era stato arrestato per essersi introdotto 11 volte in pochi giorni nell’ecocentro Card di Vittorio Veneto per rubare materiali di risulta e metalli.

Sino a che, lo scorso 11 maggio, è stato colto in flagranza e arrestato dai carabinieri della locale stazione.

Il giudice ha convalido il fermo ma poi ha assolto l’imputato, accogliendo la tesi dell’avvocato Mariangela Nava.

Secondo il difensore, Ftaichi ha sottratto beni di alcun valore e che, in quanto abbandonati dai proprietari, sono giuridicamente “cose di nessuno”. Di qui l’invocazione del reato impossibile.

Di parere diametralmente opposto il pubblico ministero che aveva chiesto la condanna dello straniero, già pregiudicato, a 6 mesi di reclusione e 300 euro di multa.

La Sesa di Este, l’azienda che gestisce l’ecocentro di Vittorio Veneto, si è costituita in giudizio con l’avvocato Fabiano Filippin che ha contestato il punto di vista della difesa. Ora bisognerà attendere 90 giorni per il deposito della motivazioni e capire se la Procura della Repubblica intenderà o meno impugnare la decisione.

«Leggeremo le ragioni dell’assoluzione ma è chiaro che insisteremo con il magistrato inquirente perché proponga appello contro una sentenza che fa filtrare un messaggio socialmente pericoloso – ha affermato al proposito l’avvocato della ditta presa di mira dal magrebino –. Vengono incentivati fenomeni di per sé già diffusissimi. Le aziende del settore saranno costrette ad aumentare il livello di sorveglianza e si correrà il rischio che qualcuno si faccia male. Comportamenti come quelli in questione provocano ingenti danni all’ambiente, visto che le ditte seguono procedure severe di smaltimento e di tutela dai contaminanti. L’aspetto più curioso è che se una di queste aziende viene individuata a trasportare o gestire rifiuti in modo non consono subisce sanzioni penali e amministrative molto pesanti».

Il Ftaichi si sarebbe servito di alcune pinze tronchesi per tagliare la rete metallica e entrare nell’area di stoccaggio. Qui avrebbe asportato di tutto, da cavi elettrici a televisori e personal computer, da attrezzi lavorativi sino a cellulari, rinvenuti nel suo domicilio durante la successiva perquisizione.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto