Arrestato l’autonomista Alberto di Caporiacco

I carabinieri l’hanno prelevato ieri nella sua abitazione. Deve scontare una condanna a 18 mesi per calunnia e falso
ANTEPRIMA UDINE 21 MAGGIO 2003. CONFERENZA STAMPA MOVIMENTO FRIULI. TELEFOTO COPYRIGHT FOTO AGENCY ANTEPRIMA
ANTEPRIMA UDINE 21 MAGGIO 2003. CONFERENZA STAMPA MOVIMENTO FRIULI. TELEFOTO COPYRIGHT FOTO AGENCY ANTEPRIMA

COLLOREDO DI MONTE ALBANO. Alberto di Caporiacco, noto politico autonomista e responsabile del “Giornale del Friuli”, è stato arrestato ieri dai carabinieri nella sua abitazione di Colloredo di Monte Albano. I militari si erano recati in via Braide Bernart per eseguire un ordine di carcerazione emesso dal tribunale di Trieste per una condanna a un anno e sei mesi di reclusione per reati di calunnia e falso legati a vicende elettorali.

Personale della stazione di Majano e del Nucleo investigativo ieri mattina intorno alle 10 ha suonato più volte il campanello di Di Caporiacco dopo averlo visto uscire per un attimo e subito rientrare. I carabinieri, insomma, sapevano che era in casa, ma nessuno veniva ad aprire.

Da quanto si è appreso dai carabinieri, la condanna “iniziale” emessa nei confronti dell’esponente autonomista era pari a 4 anni e 6 mesi che poi, a seguito dell’indulto, sono stati ridotti appunto a un anno e 6 mesi. Periodo che il politico avrebbe potuto trascorrere ai domiciliari in base al decreto “svuotacarceri” che prevede tale possibilità in presenza di determinate condizioni e per periodi inferiori ai due anni. In sintesi, i carabinieri avrebbero dovuto verificare l’idoneità del domicilio e acquisire il consenso dei familiari. I militari, non riuscendo ad effettuare questi accertamenti perchè materialmente non sono mai stati ricevuti, hanno segnalato la situazione all’Autorità giudiziaria la quale, allora, ha disposto l’arresto.

Arresto che, come detto, è stato eseguito ieri, nel pomeriggio, grazie alla collaborazione dei familiari di Di Caporiacco. Dopo il tentativo della mattina andato a vuoto, i carabinieri sono tornati verso le 16 e si sono incontrati con la moglie con la quale avevano avuto poco prima un contatto telefonico.

La signora ha chiesto di poter entrare prima da sola per parlare qualche minuto al marito. Poi non è più uscita, ma ha aperto la porta ai carabinieri.

Adesso Di Capopriacco si trova in carcere. Nelle prossime ore, con tutta probabilità, i suoi legali - gli avvocati udinesi Campanotto e Franceschinis - chiederanno una misura meno afflittiva, i domiciliari appunto.

In via Braide Bernart, ieri pomeriggio, è giunta anche una squadra di vigili del fuoco. Su disposizione della Procura della Repubblica di Udine, infatti, i carabinieri erano stati autorizzati ad entrare con la forza. Ciò non è stato necessario grazie alla “mediazione” della moglie.

Degli stessi reati di calunnia e falso era stato accusato, ai tempi, anche un altro politico autonomista, Marco De Agostini «assolto già anni fa per non aver commesso il fatto», come lui stesso racconta. «Dopo l’esclusione dalle elezioni del 2003 avevamo denunciato irregolarità nei documenti di altri partiti - ricorda -, compresi quelli che hanno portato al governo Illy e la sua giunta. Ad un certo punto, ci è stato detto che mancava un certificato elettorale. Documento che invece noi avevamo presentato e che poi è rispuntato al Consiglio di Stato, a Roma. L’accusa verso di noi è che avremmo usato in quell’occasione un altro certificato».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto