Asilo invendibile per un errore

Cordenons, da anni la parrocchia del centro attende la variante al Prg che lo dichiari area residenziale

CORDENONS. Da anni la parrocchia del centro, Santa Maria Maggiore, chiede e attende che il Comune di Cordenons corregga quello che è stato un “errore” della variante generale al piano regolatore comunale, la numero 30.

Intanto, in via Cortina, questo cavillo cartografico sta bloccando l’intero progetto di realizzazione della nuova scuola materna parrocchiale Santa Maria Bambina e dell’annesso asilo nido.

L’obiettivo originario della parrocchia era infatti quello di inaugurarli con l’anno scolastico 2014-15, ma i lavori non possono iniziare. Questo in quanto, oltre ai contributi regionali ottenuti, la parrocchia deve investire fondi propri di cui al momento non dispone completamente: ciò che manca, infatti, conta di coprirlo con il ricavato della vendita dell’asilo di via Naziario Sauro. Ed è qui che sta l’ostacolo rappresentato dal piano regolatore in vigore: la cartografia non riporta in corrispondenza dell’area del vecchio asilo la lettera “R”, ovvero non la definisce come area a destinazione residenziale, ma soltanto assistenziale e di interesse pubblico. Va da sé che la “non residenzialità” rende difficile, se non impossibile, la vendita dell’area, che copre 2 mila 231 metri quadrati di superficie, e con essa la disponibilità delle banche a concedere credito alla parrocchia.

«Il primo a fare richiesta di modifica del piano – riferisce il parroco, don Alessandro Moro – è stato il mio predecessore, don Giancarlo Stival, al sindaco Carlo Mucignat ancora all’epoca della stesura della variante generale 30. C’era già l’esigenza di vendere e il primo a cui è stato chiesto di acquistare l’area fu proprio il Comune, che non ha accettato. Inoltre – aggiunge il parroco –, non avrebbe senso avere due scuole private vicine, in via Cortina e in via Sauro, e per questo l’idea è di cedere a privati che vi realizzino progetti di social housing, residenze per anziani a vantaggio della comunità». All’epoca, però, per un errore non fu inserita la destinazione residenziale. «Lo scorso luglio – prosegue don Moro – ho presentato richiesta al sindaco Ongaro, contando questa volta sulla variante puntuale 31». Ma anche con la “variantina” (chiamata a correggere soltanto gli errori cartografici di quella generale), la domanda non è passata in commissione urbanistica, né nell’ultima seduta del consiglio comunale, che per rivedere il tutto ne ha sospeso l’adozione.

In questo caso, l’ostacolo è dato dalla delibera della giunta Ongaro che ha dettato le direttive della stessa variante 31: questa non può fare infatti modifiche “sostanziali” al piano, com’è invece stata intesa la richiesta della parrocchia. Da qui la necessità di andare a integrare la delibera giuntale (lo si farà domani) per renderla accoglibile e riportare la questione in commissione, convocata per giovedì.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:burocraziaasili

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto