Assalto ai cassonetti: rubati gli abiti Caritas
UDINE. Prosegue il viaggio del Messaggero Veneto nei quartieri, seguendo le segnalazioni dei cittadini che protestano per i problemi, il degrado e la sporcizia in cui versa più di qualche angolo della città.
Siamo in via Melegnano e qui i residenti della zona, dopo essersi rivolti al Comune senza aver ottenuto adeguate risposte, hanno deciso di girare al nostro indirizzo le lamentele per una situazione di disagio che si protrae ormai da parecchi mesi. La ragione? Le montagne di indumenti abbandonati sull’asfalto, i rifiuti ingombranti lasciati davanti ai cassonetti delle immondizie, i camper, le roulotte e i tir che sostano indisturbati per settimane, e le persone che dormono in auto.
Cassonetti trasformati in discariche a cielo aperto, insomma. Per non parlare di quelli gialli della Caritas per la raccolta degli abiti usati, adoperati come veri e propri guardaroba self-service ai quali attingere a costo zero, con la possibilità di scegliere indumenti, calzature e, se capita, magari anche qualche accessorio.
Sono diverse le persone che, dopo essersi arrampicate e avere rovistato tra la merce, non esitano a impossessarsi delle borse, ad aprirle e, terminata la lunga fase di ricerca e l’accurata selezione del capo desiderato, ad andarsene, non facendo nemmeno la fatica di rigettare tutto il materiale all’interno e lasciando così per terra, sull’asfalto, un indecoroso tappeto di stracci.
Succede, per esempio, nel parcheggio di via Monsignor Moretti, dove abiti, scarpe, calzini, guanti, borse, asciugamani e tessuti di ogni genre vanno accumulandosi accanto al cassonetto giallo. E non passa giorno senza che quella situazione torni a ripetersi, nonostante gli sforzi della cooperativa cui è affidato il servizio di raccolta di mantenere ordinati cassonetti. A segnalarlo sono stati alcuni cittadini che abitano nella zona e che parlano del problema attribuendolo alla maleducazione della gente.
«Arrivano qui, aprono i cassonetti, fanno la cernita di quello che serve loro e ributtano tutto a terra – afferma una signora –. Assistiamo a una ruberia continua e abbiamo notato come non sempre si tratti di persone in difficoltà». L’esempio che fa si commenta da solo.
«Ho visto scendere da un suv una distinta signora con il figlio – continua –, frugava tra gli indumenti e, indecisa sul capo da portarsi a casa, chiedeva consigli. Poi, finita la cernita, sono risaliti in auto e se ne sono andati».
La maleducazione di alcuni cittadini pare regnare sovrana anche per quanto riguarda la raccolta differenziata. Non a caso, la settimana scorsa alcuni residenti hanno contattato la Net per rimuovere un divano-letto scaricato sull’area verde, in mezzo a un cumulo di cartoni e altre immondizie.
Il parcheggio di via Monsignor Moretti è nel mirino anche per la frequenza con cui tir, camper e roulotte lo utilizzano come area per la sosta. Certi di rimanervi in maniera pressochè indisturbata. «È costantemente occupato da camper – protestano nel quartiere – che vi si piazzano e “domiciliano” stabilmente, invece di servirsi dei rimessaggi riservati a queste tipologie di veicoli».
Da diversi mesi, inoltre, accanto a una roulotte parcheggiata negli stalli a pettine, sosta anche una Fiat Punto rossa, con i cartoni al posto dei finestrini. «Ci vivono una signora e il figlio – riferiscono –, escono la mattina e rientrano la sera».
Senza contare i tanti tir che continuano a occupare impropriamente parcheggi riservati alle auto e che effettuano improbabili manovre in retromarcia per entrare nell’area, rappresentando un pericolo anche per il continuo passaggio di persone, soprattutto bambini, che utilizzano il parco Ilaria Alpi e che frequentano la vicina scuola elementare Ada Negri.
L’area fa parte del patrimonio comunale e dunque i cittadini si sono rivolti agli uffici, ma finché i mezzi rientrano all’interno degli stalli bianchi e poggiano sul suolo con le ruote, nel rispetto del codice della strada – è stata la risposta –, nulla è contestabile.
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