I 150 anni dell’Asu, colonna dello sport di Udine: «Ci siamo fermati solo per le guerre e la pandemia»
Al via i festeggiamenti per il secolo e mezzo di storia dell’associazione, nata il 10 gennaio 1875. Il presidente Nutta: «Siamo cresciuti insieme al territorio»
Un successo lungo 150 anni merita (almeno) dodici mesi di festeggiamenti: l’Associazione sportiva udinese (Asu), una delle società sportive più longeve d’Italia, nasceva il 10 gennaio 1875 e oggi dà il via a una serie di eventi per suggellare un secolo e mezzo di storia. «Ci siamo fermati solo in tre momenti: le due guerre mondiali e la pandemia» dice il presidente Alessandro Nutta, felice di annunciare l’inizio delle celebrazioni per il compleanno di una realtà «che è cresciuta e cambiata insieme al territorio e alle sue istituzioni, coinvolte nei progetti per i 150 anni».
La cena di gala
Da Mario Anzil, vicepresidente del Friuli Venezia Giulia, a Cristina Amirante, assessore alle Infrastrutture e territorio, per arrivare al presidente della regione Massimiliano Fedriga: sono solo alcuni dei nomi che campeggiano nella lista degli invitati alla cena della sera di venerdì 10 gennaio, che si terrà nella palestra di scherma del PalaPrexta, servita da una ventina di studenti dell’Isis Bonaldo Stringher, che si occuperanno della sala e dell’accoglienza. «Questo tipo di esperienze contribuisce in modo significativo a rafforzare le loro competenze e ad arricchire il loro curriculum» commenta il dirigente scolastico Ciro Ciotola.
L’evento aprirà con un breve spettacolo di Ana–Thema teatro, dedicato alla storia dell’Asu, che verrà riproposto ai tesserati grazie a sei repliche previste l’11 e il 12 gennaio. «Ma l’obiettivo è di ampliare la platea del pubblico durante l’anno» aggiunge Nicola Di Benedetto, direttore generale dell’Asu, esternando un auspicio, più forte di tutti: «Creare delle sinergie con le realtà cittadine, a partire dalle scuole, puntando ad armonizzare l’offerta formativa e quella sportiva».
Il nuovo look della sede
Cambio d’abito pure per la casa dell’Asu, che ha rinfrescato le pareti di via Lodi con una punta di colore in più e, soprattutto, con le tavole realizzate dagli studenti di quattro classi del liceo artistico Giovanni Sello. Nei mesi scorsi, sessanta ragazzi hanno dato la loro interpretazione pittorica delle attività svolte in Asu: venti opere, a tecnica libera, dal disegno a matita alla grafica digitale, ora illuminano di fresca creatività i muri della sede.
«Lavorare con un committente reale è stata un’esperienza preziosa per i ragazzi, che hanno applicato il loro estro ai temi dello sport e dell’inclusività» commenta la professoressa Anna Pontel, chiamata a rappresentare la dirigente del Sello, Rossella Rizzatto, che non poteva essere presente in conferenza stampa.
La galleria fotografica
Per onorare questo straordinario traguardo coinvolgendo tutti, dagli ex atleti a qualsiasi cittadino che abbia incrociato la polisportiva sulla sua strada, l’Asu ha deciso di implementare il suo sito web con una nuova pagina dedicata a una galleria fotografica che vuole abbracciare 150 anni di vita sportiva. Entrando al suo interno e scorrendo verso il basso, chiunque avrà la possibilità di caricare nuove foto, in un archivio digitale condiviso che punta a conservare l’identità di un’istituzione per la città e la regione e al contempo a svelarne ulteriori sfaccettature.
«Vorremmo usare questo anno di festeggiamenti per capire quello che siamo stati e per trovare nuovi strumenti per leggere la nostra storia» riprende Alessandro Nutta. Contestualmente al caricamento delle foto, gli utenti potranno anche datarle, creando così una linea del tempo fatta di immagini, consultabile anche per decenni, dal 1875 al 2010, quando l’avvento dei social ha reso le ricerche molto più agili.
Un programma in fieri
“Stay tuned”, potremmo dire: i festeggiamenti sono solo all’inizio. Seguiranno giornate di palazzetto aperto, per far conoscere a tutti che cosa fa l’Asu, lezioni di prova gratuite (dalla scherma alla ritmica, fiore all’occhiello degli ultimi decenni), e tanti eventi ancora da costruire, con la collaborazione della città. Senza la quale, oggi, l’Asu non sarebbe ciò che è. —
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