Atap, al cda bonus e pure la buonuscita

Oggi l’assemblea per rinnovare le cariche. Vagaggini verso la conferma I soci dovranno decidere se assegnare un altro premio ai consiglieri
Di Martina Milia

La crisi c’è, ma non per chi siede nei consigli di amministrazione delle partecipate dove sembra arrivare dopo, a volte mai. Chissà se il freddo della crisi economia riuscirà a sovvertire l’abitudine – fissata per altro a inizio mandato (con delibera assembleare del 22 aprile 2009)– di distribuire agli amministratori Atap, quattro consiglieri e il presidente, premi di risultato e perfino indennità di fine mandato, stile consiglieri regionali. Una sorta “di ammortizzatore sociale” che, di questi tempi, suona se non altro come imbarazzante.

I compensi. Il presidente, Mauro Vagaggini, parte dai 36 mila euro annui di “stipendio” base, a cui si aggiungono 17.400 euro di quota per incarichi e deleghe operative (stabilita in questo caso dal consiglio di amministrazione). La somma dà 53.400 euro, a cui l’assemblea decide di aggiungere 21 mila euro di premio di risultato e 3 mila euro di “buonuscita” ovvero indennità di fine mandato. Che nel caso di Vagaggini, non ce ne voglia, suona quasi comico visto che il presidente viaggia verso la quarta riconferma alla guida della società del trasporto pubblico locale. I consiglieri, invece, si devono “accontentare” di 17.400 euro di indennità a cui aggiungere 2250 euro di premio di risultato e anche per loro una buonuscità di 1450 euro.

La responsabilità della politica. Il lavoro, l’impegno e i risultati – e Atap sicuramente ne ha conseguiti – vanno riconosciuti. Ma non è paradossale attribuire addirittura un’indennità di fine mandato a chi si trova a occupare una poltrona per pura grazia ricevuta ovvero per nomina politica (che non sempre equivale – presenti esclusi naturalmente – a capacità particolari)? Quando il vento dell’insofferenza popolare soffia – come accaduto in fiera con il taglio ai compensi ai consiglieri – la politica, oggi più che mai sottotiro, tira fuori le forbici e zac, taglia. Chissà se il vento oggi soffierà anche nella sede dell’Autoparco dove alle 11 si riunirà l’assemblea per approvare il bilancio e rinnovare il cda della partecipata da Comuni (al primo posto Pordenone con il 32 per cento) e Provincia.

Il nuovo consiglio. Tre su cinque dei componenti del consiglio uscente, intanto, viaggiano verso la riconferma. Non solo il presidente Vagaggini – che ha già ricevuto la benedizione di Provincia e Comune in virtù della gara europea che interesserà entro l’anno il sistema del trasporto pubblico locale –, ma anche Mario Sforza (in quota Pd) e Pierluigi Ceciliot (indicato da Vivo Pordenone), confermati dal Comune di Pordenone. Entra indicata dalla Provincia – che ha scelto di nominare tecnici (in fiera Giovanni Blarasin) – Cristiana Rigo, segretario comunale a Cavasso Nuovo e unica donna. In quota Lega nord arriva Alessio Scian, già indicato (in quel caso a compenso zero) presidente del cda di Stu Makò. Valige in mano, invece, per Enzo Poles (che era stato nominato dalla Provincia sempre in quota Lega e a cui subentra Scian) ed Eleonora Dina Ceschin che era stata scelta dall’ex amministrazione comunale di Cordenons (di centro sinistra).

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