Ater e Imu: si rischia un buco da 7 milioni
UDINE. Alla vigilia dell’incontro decisivo in Consiglio dei Ministri (se non ci saranno nuovi rinvii a Roma) l’Ater di Udine lancia l’allarme su un possibile “buco” da ben 7 milioni di euro, nelle proprie casse, che si potrebbe creare se il governo centrale non cancellerà la norma che considerà gli alloggi Ater “seconde abitazioni” e quindi possibili di applicazione di massima imposta Imu.
E così anche dagli uffici udinesi e in particolar modo dal vicepresidente delle Ater regionale il rappresentante di Udine Sergio Bini si attende con trepidazione, ma con una certa buona dose di ottimismo, la decisione che sarà presa sull’argomento.
Tutte le case popolari di proprietà Ater sono considerate seconde case, quindi soggette all’aliquota massima dell’Imu.
Nei bilanci delle cinque Ater regionali, peraltro chiusi tutti in attivo – a conferma della buona gestione dei diversi istituti ora unificati - l’importo, che rasenta, come si è già chiarito, i 7 milioni di euro, è già stato previsto.
Ma è chiaro che sarebbe molto più utile, a iniziare dagli interessi degli stessi utenti, il loro utilizzo per altri servizi. Anche per questo proprio ieri il vicepresidente Bini ha dichiarato di «augurarsi che venga considerato il ruolo sociale svolto dalle aziende territoriali vista altresì la crescente richiesta di alloggi di edilizia sovvenzionata dovuta al perdurare del generale periodo di difficoltà economico-finanziaria».
Con la somma suddetta il vice presidente Bini pensa, in maniera più costruttiva, di «poter intervenire con opere di manutenzione sugli edifici più datati, come la sostituzione di tetti in eternit, l’adeguamento di impianti di riscaldamento e per Trieste, la dotazione di ascensori nei condomini degli anni ‘50, dove anziani sono relegati nei piani alti e costretti a rampe di scale sicuramente non agevoli».
Proprio nei giorni scorsi, i vertici nazionali di Federcasa, la federazione che raggruppa tutti gli istituti e le aziende per la gestione delle case popolari in Italia con il presidente Isacchini hanno incontrato il ministro delle infrastutture e trasporti Maurizio Lupi.
A seguito di questo incontro, è stato contattato il capo di gabinetto del Ministro per un’analisi documentale sui provvedimenti di interesse per le Ater. Anche per questo le Ater ora sperano in una soluzione positiva per evitare questa possibile emergenza.
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