Ater unica, spese ridotte e sede a Udine
UDINE. Udine scippa a Trieste la sede dell’Ater unica. Ed è già battaglia. Con la delibera portata in giunta dall’assessore ai lavori pubblici ed edilizia, Riccardo Riccardi, la Regione non si è limitata a nominare il nuovo consiglio di amministrazione che ha in carica tutte e cinque le Ater (in attesa della fusione). Ha determinato le indennità - 133 mila euro la spesa complessiva per il cda - e ha messo un punto fermo: la sede legale dell’Ater unica sarà a Udine.
Il nuovo consiglio
I valorosi dieci che dovranno guidare il nuovo corso dell’agenzia territoriale che gestisce le case popolari - patrimonio di 30.386 alloggi - fino ad arrivare alla fusione delle cinque realtà, è formata da: Claudio Serafini, nel ruolo di presidente (attuale presidente dell’Ater di Pordenone ed esponente della Lega Nord); Sergio Emidio Bini, vicepresidente (friulano, espressione di Concooperative), Paolo Pittini (già presidente dell’Ater di Tolmezzo), Walter De Bortoli (consigliere del Pdl a Pordenone e vicino a Franco Dal Mas), Daniele Stacco (Udc di Gorizia).
I triestini sono Domenico Maturano, Fulvio Sluga (Pdl), Alessandro Minisini (Udc) e Manuele Braico, vice presidente dell’associazione Comunità istriane. Luciano Aita è espressione delle forze politiche di opposizione. Il consiglio, nominato con decreto del presidente della Regione, resta in carica cinque anni.
Le indennità
Se i Cda delle cinque Ater assieme ai direttori generali costavano all’incirca un milione di euro, ora il Cda unico - al netto del direttore che sarà individuato presumibilmente quando ci sarà la fusione e quindi il prossimo anno - costerà il 13 per cento di quanto si spendeva per le cinque governance. Come si legge in delibera, il compenso del presidente è stato fissato in 43 mila euro, quello del vice in 21.500 euro e quello dei consiglieri in 8600 euro l’anno.
I compensi vengono calcolati in base all’ «indennità mensile di carica per l’Ater di Trieste, incrementata di un ulteriore trenta per cento, dovendosi considerare tale compenso satisfatorio per le funzioni svolte in ciascuna delle cinque Ater» precisa la delibera. Ovvero: un unico compenso per sovrintendere a cinque enti. Gli importi tengono comunque conto della riduzione del 10 per cento, prevista dalla legge regionale 12 del 2010.
I criteri
Gli amministratori espressione del territorio vengono calcolati in base agli alloggi: ogni 3 mila abitazioni scatta un rappresentante nel Cda. Secondo questo calcolo: all’Ater Alto Friuli (1.120 alloggi) va un componente, lo stesso a Gorizia (che pure di case ne ha 4.603) e a Pordenone (3.744 residenze). All’Ater di Trieste spettano quattro componenti (13.282 alloggi) e a Udine due (7.637 case).
L’ultimo posto è riservato alle opposizioni. Sta di fatto che, nel rispetto di questa logica, comunque Pordenone ha portato a casa due rappresentanti: oltre al presidente anche il consigliere De Bortoli.
La sede
La delibera - e non a caso - mette nero su bianco anche quale dovrà essere la sede del nuovo organismo. «La sede legale dell’Ater unica – si legge – coincide con la località nella quale ha sede il legale rappresentante dell’Ente e quindi, ai sensi dell’articolo 9, comma 91, della legge regionale 27/2012, in Udine in quanto sede della presidenza cui è attribuita la rappresentanza legale dell'Ente». La decisione non sarebbe stata presa di buon grado a Trieste, ma tant’è.
Il debutto
Il lavoro dei dieci - che avranno un anno di tempo per elaborare la fusione dei cinque enti - inizia con l’insediamento lunedì, alle 16, a Udine. Domani, intanto, il presidente Serafini ha convocato una conferenza stampa a Pordenone per spiegare quali saranno le direttrici di lavoro.
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