Attacco di un orso vicino alle case in Carnia: tre asini uccisi e tre feriti
È successo a Lauco nella notte tra lunedì 11 e martedì 12 novembre. Il racconto della titolare: «Verso le 6 del mattino abbiamo trovato il disastro. Altri 8 sono scappati e non li troviamo»
Tre asini morti, altri tre feriti e otto scappati sono l’esito dell’incursione di un orso a Lauco, nella notte tra lunedì e martedì, nel recinto limitrofo a una stalla e alla casa dell’imprenditrice agricola Sonia Dionisio, la cui azienda conta circa 120 bovine e fino a lunedì 26 asini.
«È successo qui a Lauco – racconta Sonia Dionisio – a 100 metri da casa mia, fuori dalla stalla, appena nella periferia del paese. Vicino abbiamo altre due case. Stavamo andando a mungere, verso le 6 del mattino, quando mio marito, sceso per primo, mi avverte: giù c’era il disastro. Abbiamo trovato prima due asini morti, poi la terza, e i tre feriti. Nel recinto c’era il varco che si è creato l’orso per entrare. Pensiamo che altri otto asini, che non troviamo ancora, siano scappati da lì. Il veterinario che ha redatto il certificato di morte dei tre asini ci ha spiegato che le ferite fanno pensare all’orso, che attacca l’animale proprio nella parte anteriore togliendo le interiora e in quella posteriore. Per la forestale sono stati i lupi. I lupi attaccano alla gola e il veterinario sulla trachea dei nostri asini assicura che non ha trovato alcun segno. Torna anche con quello che abbiamo vissuto nel 2010 quando l’orso mi ha ucciso una trentina di capre a Casera Razzo e poi tra il 2021 e il 2022 in Malìns sei asini. Gli 8 asini dispersi siamo andati anche oggi a cercarli nelle vicinanze, nulla. In Malìns li trovammo, vivi, anche a 5 km di distanza e dopo 3-4 giorni. Continuiamo a cercare».
Poi continua raccontando che nel 2022, sempre alla stalla, era stato aggredito in pieno giorno il loro cane, sei metri di filo di sutura, e anche lì 5 veterinari su 6 attribuirono l’attacco a un orso. L’area è tutta recintata con il filo elettrificato. «La forestale dice che dobbiamo far fare recinzioni apposite da imprese specializzate. Ma come si fa a chiudere come dicono loro malghe intere o i dieci ettari che ho qui attorno alla stalla? Qui abbiamo recitato perché gli animali stanno meglio all’aperto, ma non possiamo farlo con strutture alte 2 metri come il muro di Berlino. Impraticabile. Oltre che una spesa insostenibile».
«È preoccupante che lupi e orsi – commenta il vicepresidente del Consiglio regionale, Stefano Mazzolini– si avvicinino così tanto alle case. La gente è preoccupata dopo quanto accaduto a Lauco e pure io. C’è il rischio di uscire di casa e trovarsi davanti l’orso. E se gettano la spugna anche i nostri imprenditori agricoli che tengono puliti malghe e prati, andiamo a perdere le nostre iconiche bellezze paesaggistiche. Già il bosco è avanzato fuori misura e questo ha portato vicino tanti animali selvatici. Va posto rimedio al problema dell’orso e dei lupi. L’Europa sta cercando di legiferare per controllare la crescita dei lupi. Se ci riesce, l’Italia deve recepire la legge e dare la possibilità alle Regioni di intervenire».
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