«Attendo i rimborsi Iva da diciassette anni»

Versati all’Erario soldi mai incassati per il fallimento della controparte. Si parlava di lire: 30 milioni

PORDENONE. «Era il 1996 quando il fallimento di un cliente determinò, per la mia impresa, oltre alla perdita del credito, anche il “danno” dell’Iva, mai incassata ma versata all’erario - racconta Walter Lorenzon, presidente dell’Ance, l’associazione dei costruttori pordenonesi di Confindustria, e imprenditore del settore - per un ammontare di 30 milioni di lire.

Ora per correggere quella stortura, ovvero impedire che le imprese venissero penalizzate due volte, finalmente venne emanata una norma che stabiliva come, a fronte di un fallimento, le imprese creditrici avevano il diritto di essere rimborsati per l’iva su fatture mai incassate». Ma come spesso accade in Italia, una norma fa e un’altra dispone.

Con solerzia l’Agenzia delle entrate ha spiegato che sì, la cosa è proprio vera. Ma... ma la restituzione dell’iva, oppure la compensazione, può avvenire solo quando il procedimento fallimentare si è concluso. «Nel nostro caso - prosegue Lorenzon - avanziamo ancora quei 30 milioni di lire di iva versata senza essere stata incassata, dal lontano 1996, ovvero da 17 anni, perché il procedimento civile è ancora in corso».

In Italia si soffre di una strana patologia «la cui definizione ho sentito alcuni giorni fa: un’antropologia negativa verso l’imprenditore» rimarca Lorenzon, capace di generare ulteriori ostacoli «ad imprese che ne affrontano migliaia ogni giorno».

Un briciolo di speranza è arrivato dall’incontro di ieri con Bolzonello e Panontin, ai quali «ho confidato che gli imprenditori hanno bisogno oggi anche di recuperare un po’ di entusiasmo e di fiducia nella politica e nelle istituzioni. E un pizzico di speranza è arrivata dal vicepresidente della Regione, Bolzonello, quando ha detto che l’efficienza della macchina amministrativa regionale passa dalla responsabilità della politica, dei politici, di cambiare le cose.

Un’assunzione di responsabilità che nessuno aveva mai fatto prima. Altrettanto importante - riferisce ancora il presidente dell’Ance - è quanto ha spiegato l’assessore Panontin rilevando come, la resistenza al cambiamento dei funzionari si affronta con la formazione. E proprio un piano formativo rivolto ai dipendenti pubblici è ciò a cui l’assessore sta lavorando e che prevede anche l’introduzione di tecniche di lean management». Una “rivoluzione” nel sistema di gestione della pubblica amministrazione che passa, evidentemente, dalla valorizzazione delle risorse umane e delle eccellenze che pure ci sono tra i dipendenti pubblici. (e.d.g.)

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