Mettono in attesa il fratello ferito, lui aggredisce gli infermieri: urla, minacce e danni al pronto soccorso
A Latisana un uomo ha dato in escandescenze per i tempi secondo lui troppo lunghi per ricevere le medicazioni. La direttrice: «Una violenza inaccettabile, il servizio ha subito pesanti rallentamenti»
![I danni alla porta e al distributore dell'acqua sono stati subito sistemati ©Foto Petrussi](https://images.messaggeroveneto.it/view/acePublic/alias/contentid/1h2xuuh3038l2bqyox0/1/image.webp?f=16%3A9&w=840)
Un’altra aggressione, l’ennesima, ai danni degli operatori sanitari che, a fronte di un preoccupante aumento degli episodi di violenza, fisici e verbali, chiedono maggiori tutele.
L’ultimo episodio risale alla notte tra il 20 e 21 gennaio, al pronto soccorso dell’ospedale di Latisana. Un uomo, dopo aver minacciato e oltraggiato il personale sanitario del triage, ha danneggiato una porta del pronto soccorso e poi se l’è presa anche con un distributore automatico dell’acqua. Una violenza incontenibile.
A provocare la reazione è stato il prolungarsi dell’attesa, eccessivo a detta di due fratelli, 34 e 39 anni, entrambi di nazionalità albanese ma residenti a Bibione.
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L’aggressione
Il fatto è accaduto, come detto, nella notte tra il 20 e 21 gennaio ma è stato reso noto solo giovedì 6 febbraio. Un uomo, a seguito di un incidente, si è recato, accompagnato da un amico e dal fratello, al pronto soccorso di Latisana per essere medicato. Ferite giudicate non particolarmente gravi. Un codice minore, tale dunque da non richiedere un’assistenza indifferibile. In quel momento, peraltro, il personale sanitario stava gestendo altri codici più critici.
Il fratello del ferito, a un certo punto, ha iniziato a dare in escandescenze. In preda a un’escalation di rabbia, dopo aver aggredito verbalmente e minacciato più volte il personale sanitario, secondo lui colpevole dell’eccessivo prolungarsi dell’attesa, l’uomo ha cercato di forzare la porta d’ingresso ai locali del pronto soccorso e poi ha preso a calci il distributore automatico dell’acqua, danneggiandolo. «Noi non abbassiamo la voce, facciamo quello che vogliamo», ha continuato a urlare, ormai fuori controllo.
La scena è stata ripresa dalle telecamere di videosorveglianza, installate nella sala di attesa, acquisite poi dai carabinieri di Latisana. Il personale sanitario si è visto costretto a gestire, sotto gli occhi di numerosi pazienti, tra cui alcuni minori, una situazione di vera e propria emergenza.
Solo l’intervento dei militari dell’Arma ha permesso di riportare la tranquillità all’interno del pronto soccorso, la cui attività ha subito inevitabili e pesanti rallentamenti. L’uomo è stato identificato e denunciato per danneggiamento aggravato, minacce e oltraggio a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio.
Le testimonianze
«Quella notte in servizio c’erano quasi soltanto donne – racconta Linda Salvador, coordinatrice del pronto soccorso di Latisana –. La triagista è una ragazza giovane, anche se molto preparata. Il primo pensiero, quando si è verificata l’aggressione, è andato ai pazienti. C’erano anche alcuni bambini in sala di attesa e assistere a certe scene non è certo edificante. Le aggressioni verbali sono ormai quotidiane. Viene messa in dubbio la nostra professionalità. Non è semplice lavorare in queste condizioni».
La direttrice
«Stiamo parlando di un’interruzione di pubblico servizio – le parole della direttrice del pronto soccorso e medicina d’urgenza, Paola Perfetti –. Sono stati messi in pericolo il personale e anche gli utenti. Nessuno ha potuto entrare o uscire se non con l’ambulanza. La triagista, per fortuna, è riuscita a tenere in sala di attesa i due fratelli. Se fossero entrati non so come sarebbe andata a finire. L’infermiera va sottolineato che è stata molto brava a comprendere il potenziale rischio. È il primo episodio del genere da quando sono qui, dal 1 giugno 2021. È inaccettabile».
A suo dire «non c’è modo, quando accadono queste cose, di mettere in sicurezza il personale e i pazienti. Il personale in servizio ha dovuto restare barricato all’interno del pronto soccorso».
La direttrice sottolinea che il personale è altamente formato per seguire il triage regionale. «I pazienti – aggiunge la dottoressa Perfetti – vengono sempre chiamati sulla base della priorità del codice. Garantiamo l’assistenza a tutti i pazienti che arrivano al pronto soccorso ma nel momento in cui l’infermiere di triage li classifica come un codice non urgente devono avere la pazienza di attendere. Al pronto soccorso dell’ospedale di Latisana i tempi di attesa sono in linea con quanto richiesto dagli indicatori regionali e nazionali. A dicembre avevamo ristrutturato la sala triage, dopo tanti anni, per renderla più accogliente creando anche un’area bimbi. Erano stati appesi anche i depliant contro la violenza, purtroppo non sono serviti».
La richiesta
La coordinatrice spiega che una figura appositamente formata per gestire i pazienti in sala di attesa potrebbe fare la differenza. «Se avessimo più personale a disposizione – chiarisce Salvador – sarebbe utile una figura di questo tipo per gestire l’attesa dei pazienti, spiegando loro le tempistiche e rispondendo alle loro domande. Il personale triage non può essere continuamente interrotto. La presenza delle forze dell’ordine certo aiuta ma non sempre contribuisce a creare un clima disteso. Il personale è preoccupato, non è possibile svolgere il proprio lavoro serenamente in queste condizioni».
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