«Aule troppo affollate, manca sicurezza»

L’allarme della Cgil: in molti casi anche oltre 30 studenti per classe, ma le strutture non sono adeguate
Classi sempre più numerose e aule troppo piccole per accogliere anche più di 30 studenti. Ad aumentare fino a 29 con una possibile deroga del 10% il tetto massimo di allievi per classe è stata una circolare ministeriale, peccato però che molte aule siano sottodimensionate per ospitarli tutti.


La denuncia arriva dal segretario regionale della Flc-Cgil, Natalino Giacomini, che mercoledì chiederà al prefetto di Trieste, nell’ambito della richiesta di conciliazione sugli organici con l’Ufficio scolastico regionale, «di verificare scuola per scuola le condizioni di sicurezza».


Quello lanciato, ieri, da Giacomini, nella giornata per il diritto alla conoscenza, è un vero e proprio allarme: «Molte aule risultano sovraffollate perché sottodimensionate rispetto al numero di studenti, se succede qualcosa sono responsabili i presidi». Un problema non da poco che si aggiunge al taglio del personale.


Tant’è che se la conciliazione fallirà la Cgil indirà lo sciopero. Il punto è stato fatto, ieri, in un’affollata sala del cinema Visionario, dove il sindacato aveva indetto l’assemblea generale del personale della scuola di tutto il Friuli. E dove docenti e personale Ata hanno brindato alla salute della scuola pubblica.


Molti i nodi da sciogliere elencati dalla segretaria provinciale della Flc-Cgil, Franca Gallo: dalla perdita di 510 posti per docenti e di 138 collaboratori scolastici si passa alle mancate compresenze e immissioni in ruolo e al taglio dei fondi. «Nelle scuole sono peggiorate le condizioni di vita per i professori, il personale Ata e anche per gli studenti che si trovano in classi sempre più numerose» ha evidenziato la Gallo, nel soffermarsi sul dimensionamento scolastico che rischia di determinare l’accorpamento di altri istituti scolastici.


Tra i tanti problemi posti sul piatto della bilancia, il sovraffollamento delle aule è quello che preoccupa di più. «L’allarme sicurezza c’è» ha aggiunto Giacomini, mentre gli insegnanti dalla platea facevano notare che soprattutto nelle primarie «è dura insegnare in classi da 26».


Dello stesso avviso Matteo Mansi, che è anche consigliere comunale eletto nelle file della Sinistra l’Arcobaleno, secondo il quale è «difficile fare didattica nelle aule che scoppiano». Anche il vice preside del liceo Marinelli, Gregorio Torretta, consigliere comunale delegato alle problematiche delle scuole, ha fatto notare che per il Governo sembra che il problema della scuola sia solo la presenza dei professori meridionali.


Ma tra le donne c’è anche il timore di andare in pensione a 65 anni. «Ho 50 anni d’età e 20 di servizio se dovrò andare in pensione a 65 anni – ha affermato un’insegnante – sono pronta a salire su una gru». Ma c’è stato anche chi ha proposto di rispolverare “Radio Londra” per denunciare i tagli che la scuola subisce da anni.


Al fianco del personale della scuola anche il sindaco, Furio Honsell, secondo il quale «questi momenti richiedono una resistenza ferma in termini di valori e di chiarezza di obiettivi. «L’attentato alla pubblica istruzione è un attentato alla democrazia» ha aggiunto prima di garantire che il bilancio comunale pur dovendo fare i conti con la recessione non taglierà i fondi alle scuole. La giornata di mobilitazione si è conclusa con la proiezione del film documentario “L’amore che non scordo” che racconta quattro realtà scolastiche registrate in giro per l’Italia.

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