Aumentano le prostitute a Udine: in strada sono una cinquantina

Dopo le 22 si notano in numerose vie, soprattutto in Borgo stazione. Molte hanno problemi economici. La Caritas: i nostri operatori cercano di parlare con loro, di capire quali situazioni hanno alle spalle
Udine 27 luglio 2013 puttantour Copyright Petrussi Foto Press/Turco
Udine 27 luglio 2013 puttantour Copyright Petrussi Foto Press/Turco

UDINE. Il cittadino “qualunque” che dopo le 22 percorre le vie udinesi e, in particolare, quelle di Borgo stazione non ha dubbi. La prostituzione in strada è in aumento rispetto agli anni passati. Certo, dipende dalla serate, dal tempo e dalla stagione. Ma sembra proprio che in giro ci siano più “lucciole”.

Lo confermano, seppure in mezzo ai denti e senza fornire numeri molto precisi, anche le forze dell’ordine secondo cui è difficile fare una stima precisa. «Se un anno fa erano più o meno una trentina, ora sono circa 45. Insomma, un qualche aumento c’è stato» ammette chi il fenomeno lo conosce bene.

Solo qualche giorno fa gli abitanti della zona stazione, che si sono riuniti in un Coordinamento civico, hanno segnalato al sindaco Furio Honsell tutta una serie di criticità che contribuiscono al degrado del quartiere. Tra queste anche la presenza sempre più visibile delle prostitute. Una presenza che, già mesi fa, aveva indotto il primo cittadino a valutare la possibilità di emettere un’ordinanza (almeno in materia di viabilità) per contenere il fenomeno.

Le stesse “lucciole” più volte in questi ultimi tempi sono state vittime di violenze e rapine. E una di loro è stata anche stuprata. Il primo approccio con il possibile cliente avviene appunto in strada. Poi, com’è noto, la prestazione sessuale si svolge in luoghi un po’ più bui e appartati. In qualche stradina poco illuminata o spesso nella zona compresa tra via Gervasutta e via Calatafimi oppure nell’aree campestri che si raggiungono imboccando le laterali di viale Trieste come dimostrano i numerosi interventi delle forze di polizia per diversi fatti finiti nelle cronache locali.

L’ente che a Udine segue più da vicino il fenomeno è la Caritas. Gli operatori, che hanno formato le cosiddette “unità di strada”, avvicinano donne e ragazze (l’età varia dai vent’anni ai sessanta e oltre), cercano di conquistare la loro fiducia e di capire in che situazione si trovano. Ognuna ha la sua storia, è ovvio. Ma sullo sfondo ci sono - soprattutto per chi si prostituisce in strada, le difficoltà economiche.

«Una connessione con la crisi senz’altro c’è - spiegano appunto alla Caritas - perchè le possibilità di lavoro, soprattutto per le straniere che non parlano molto bene l’italiano, sono poche». «La prostituzione di strada - sottolineano ancora gli operatori della Caritas diocesana - è la più dura. Alcune delle donne che svolgono quest’attività quasi sempre pensano di non avere alternative dal punto di vista economico. Da parte nostra, ponendo sempre al primo posto “l’ascolto” e l’attenzione alle specifiche esigenze della persona, cerchiamo di mettere in atto strategie di aiuto e, se possibile, un percorso che porti a un sistema di vita diverso».

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