Aussa Corno, l’ombra del commissario

La Regione punta a un piano di rilancio per la zona industriale. Possibile ricapitalizzazione di 2 milioni

SAN GIORGIO DI NOGARO. Sull’Aussa Corno l’ombra del commissario. Intanto la Regione si fa regista del piano per il rilancio della zona industriale Aussa Corno, area definita strategica per il Friuli Venezia Giulia, che parta dalla soluzione delle contingenti difficoltà finanziarie del Consorzio Ziac, per arrivare a concrete azioni per un nuovo sviluppo dell’area.

Questo è l’impegno preso ieri dalla presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, nell’incontro promosso a Udine, nella sede della Regione, con tutti i soggetti interessati: Provincia di Udine, Comuni soci del Consorzio, Camera di commercio e Confindustria di Udine, per approfondire e fare il punto della situazione del Consorzio Industriale dell’Aussa-Corno.

«Non c’è solo un aspetto contingente, per superare l’attuale momento di difficoltà finanziaria – ha detto la presidente Serracchiani – ma vi è anche la necessità di un piano di rilancio di un’area strategica per il Friuli Venezia Giulia, dalle grandi potenzialità».

La situazione è però difficile e complessa tanto che potrebbe profilarsi l’ipotesi di commissariamento, come ribadiscono il presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini, e l’assessore provinciale Carlo Teghil.

«La presidente Serracchiani – dicono – ha ipotizzato diversi percorsi tra cui anche il commissariamento del Consorzio, riservandosi però ancora una settimana di tempo per decidere. Per la Provincia di Udine è fondamentale che la Regione aiuti il Consorzio a superare questo momento di difficoltà perché ne va dello sviluppo industriale della nostra provincia e dell’intero Friuli Venezia Giulia. Auspichiamo che a questa zona industriale venga riservato lo stesso trattamento assegnato ad altre realtà. Nel corso dell’incontro – dichiarano Fontanini e Teghil – abbiamo illustrato alla presidente il percorso fatto fin qui dall’ente e le operazioni delineate dalla Provincia di Udine per dare continuità all’attività del Consorzio. L’amministrazione provinciale si è resa disponibile a una ricapitalizzazione per un importo di 2 milioni di euro, a patto che venga preservato l’equilibrio nella parte pubblica dei soci che deve rimanere maggioritaria. Sono state inoltre intraprese altre misure per dare un futuro all’Aussa Corno: la modifica allo statuto del Consorzio e alla rinuncia dell’acquisito delle quote della Fondazione Crup per favorire l’ingresso dell’Interporto di Cervignano e quindi di nuovi capitali a rafforzare la posizione della realtà consortile anche in funzione del progetto di rilancio. Riteniamo – concludono – vista le difficoltà palesate dalle amministrazioni comunali socie, che la Regione debba in qualche modo intervenire, perché l’area è strategica per il futuro della nostra economia, provinciale e regionale».

La riunione di ieri ha permesso oltre che a condividere i diversi aspetti della situazione del Consorzio, anche l’impegno della Regione per affrontare le attuali difficoltà inerenti ai dragaggi e il potenziamento delle infrastrutture dell’area dell’Aussa Corno.

Abbastanza ottimista sul futuro del Consorzio Ziac, Pietro Del Frate, sindaco di San Giorgio di Nogaro, che ribadisce come ci sia «la ferma volontà da parte di tutti di salvare il Consorzio con prospettive future di rilancio, anche se l’incontro di ieri è stato interlocutorio».

Il collega di Cervignano, Gianluigi Savino, sottolinea l’importanza «del ruolo di protagonista che sta assumendo la Regione, per tratteggiare una via d’uscita per una situazione complicata e difficile, per l’interesse dell’intero territorio. Serve una soluzione che non sia contingente ma di ampio respiro».

Roberto Fasan, sindaco di Torviscosa, attende che la Regione dia «quella chiave di volta per risolvere la situazione: il problema è molto grosso, ma vedremo quali saranno le proposte e le valuteremo».

Infine, il sindaco di Terzo di Aquileia, Michele Tibald, ha apprezzato lo sforzo dalla Regione, anche in relazione alla possibilità di intervento delle sue partecipate Friulia e Interporto, approvando anche l’interesse rivolto alle infrastrutture della zona industriale e al dragaggio del canale di accesso al porto.

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