Auto finita nel Ledra, il racconto di un testimone: «Non volevano i soccorsi e non mi hanno detto che c’era un altro ragazzo»
Parla Oreste Simeoni: «Hanno suonato al mio campanello, gridavano aiuto, erano confusi e ho deciso di telefonare al 112». Nella Bmw ritrovato il corpo senza vita di Matteo Pittana, 20 anni
GEMONA. Hanno suonato al campanello di casa sua, in via Sefin, all’una e mezza di notte gridando «aiuto aiuto» e riferendo di essere rimasti feriti in un incidente ma senza dire che con loro c’era un altro giovane.
Erano confusi, agitati. Ma quando Oreste Simeoni ha detto che avrebbe chiamato l’ambulanza i due ragazzi fuori dalla sua abitazione «hanno risposto di no che non serviva, che non occorreva allertare i soccorsi. E poi appena ho annunciato che avrei telefonato ai carabinieri se ne sono andati via a piedi barcollando».
Prova a insistere con i due ragazzi ma loro si allontanano. «Non capivo che cosa stava accadendo – prosegue –, la situazione non era chiara e per questo ho chiamato il Numero unico di emergenza 112 riferendo alle forze dell’ordine quanto mi avevano detto i due giovani. Non ho dormito tutta la notte».
Non si dà pace Simeoni: «Io non riesco proprio a capire perchè non hanno fatto cenno che c’era un’altra persona in macchina, perchè non mi hanno detto che l’auto era finita nel canale? Perchè non volevano che chiamassi i soccorsi? Non riesco a trovare una risposta». Qualora tale situazione emergesse anche dagli accertamenti degli investigatori, i due ragazzi rischiano di essere chiamati a rispondere di omissione di soccorso.
Soltanto in mattinata Simeoni ha saputo che cosa era accaduto a circa 400 metri da casa sua. «E quando – aggiunge – ho saputo soprattutto che Matteo Pittana era dentro a quella macchina per me è stato come ricevere un pugno allo stomaco».
Simeoni, colonna portante della società di calcio Campagnola di Gemona, conosce bene la famiglia Pittana. «Matteo veniva ad aiutarci con i preparativi della sagra di San Pietro assieme al fratello e al papà con cui lavorava in un prosciuttificio – racconta –. Era un ragazzo bravissimo, che si dava da fare, benvoluto e stimato da chiunque lo conosceva. Era il figlio ideale che tutti vorrebbero avere. Matteo era veramente speciale. Sono profondamente addolorato e mi stringo a Luca e Rosita e a tutti i suoi familiari».
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