Auto e viaggi erano le passioni di Gabriele, morto a 22 anni in un incidente stradale
Nella serata di domenica 2 febbraio la vettura di Zentilin, giovane elettrotecnico di Premariacco, si era schiantata contro un platano a Feletto Umberto, senza lasciargli scampo. Il padre Roberto: «Era benvoluto da tutti»
L’ultimo suono che Gabriele Zentilin ha udito prima dell’impatto è stato quello della sua Alfa Romeo 159. Un modello che amava moltissimo, che aveva curato in ogni dettaglio, lui patito di motori, e che lo ha accompagnato in quello che è stato il suo ultimo, tragico viaggio.
Il botto nella serata di domenica 2 febbraio, provocato dallo scontro contro un platano lungo via Vittorio Veneto a Feletto Umberto, ha messo la parola fine alla sua vita ad appena 22 anni: un’esistenza tanto breve quanto ricca di progetti per il futuro.
«Era sempre attivo e pronto ad aiutare gli altri», lo ricorda il fratello Pietro, con la voce carica di emozione e gli occhi che raccontano di una notte passata insonne, dopo aver scoperto cosa era successo.
Lo stesso sguardo che caratterizza il dolore del padre Roberto, nella casa di famiglia a Casali Braidis di Premariacco. «Mio figlio – racconta – era un ragazzo sensibile e ben voluto da tutti. Questa mattina (ieri per chi legge, ndr), sono andato a informare di quanto accaduto dove lavorava e molte persone erano in lacrime. Stiamo ricevendo tanti messaggi e telefonate di vicinanza. Questa situazione è devastante, non ci sono parole».
Appena poche ore prima erano tutti e tre seduti nella stessa stanza, dopo aver svolto qualche faccenda in giardino e dentro l’abitazione. «Sabato aveva messo nel vialetto i fari con i sensori di movimento – prosegue nel ricordo il padre –, gli piaceva sperimentare e creare con le sue mani».
La dimestichezza con gli impianti elettrici non gli mancava, dopo aver studiato come elettrotecnico all’Istituto Bearzi ed essersi diplomato nel 2021 al Ceconi. E l’amore per il lavoro artigianale si era pienamente sposato con quello per auto e moto, ereditato da uno zio. Grazie ai risparmi era riuscito ad acquistare la sua Alfa, dentro la quale si era sbizzarrito nel modificare luci interne e sedili, oltre ad arricchirla con interventi elettronici. Nella vita di tutti i giorni, invece, era impegnato come tecnico all’Elettrotecnica Manzanese.
«Si dava tanto da fare per tutti – prosegue il fratello – e cercava sempre di rendere felici chiunque, a qualsiasi costo. Non stava mai fermo un attimo».
Una generosità confermata da chi l’ha conosciuto nei diversi ambiti in cui si è cimentato, non solo a livello professionale ma anche umano. Anche per questo, la sua sorte fa ancora più male: «L’ultima volta che l’ho visto – ancora Pietro – voleva fare dei lavori sull’auto e sorrideva, faceva battute e scherzava».
Non mancavano occasioni in cui raccontava le sue idee per il domani, come quella di acquistare una casa tutta sua. Negli ultimi tempi viveva tra la casa della nonna Mirella a Udine e quella del padre, nella quale sentiva inevitabilmente l’assenza della madre Liliana Pantani, scomparsa a 49 anni nel 2022 a causa della malattia. Tra pochi giorni, peraltro, cadrà proprio il terzo anniversario della sua morte.
Gabriele era conosciuto anche per aver giocato a calcio nell’Azzurra, proseguendo a Pradamano fino a qualche anno fa. E poi c’erano i viaggi ad appassionarlo, zaino in spalla con gli amici o con la fidanzata. Spesso si metteva al volante e girava per svagarsi, come accaduto quella sera nefasta.
Per la famiglia di Gabriele il lutto si accompagna all’attesa del nullaosta del magistrato, per poter programmare il funerale.
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