Autobus accessibili ai disabili? A Udine rimpallo tra Saf e Comune

Fa discutere il caso di un uomo in sedia a rotelle al quale è stato impedito di salire al Gervasutta.
Zaramella: «Mancano fermate attrezzate». Pizza: «I bus possono inchinarsi per facilitare l’accesso»
Udine 21 Agosto 2013 bus 2 handicap Telefoto Copyright Petrussi Press / TURCO
Udine 21 Agosto 2013 bus 2 handicap Telefoto Copyright Petrussi Press / TURCO

UDINE. Rimpallo di competenze fra Saf e Comune perché il “dietro front” è di quelli destinati a fare discutere: i bus della tratta urbana non sono accessibili ai disabili. Nei giorni scorsi a un uomo costretto sulla sedia a rotelle è stato impedito di salire alla fermata dell’ospedale Gervasutta.

Episodio in netto contrasto con l’inconfondibile lasciapassare per i portatori di handicap che campeggia sulla maggior parte dei mezzi della Saf: l’adesivo su fondo blu con un disabile stilizzato. «Mancano le fermate attrezzate», protesta Paolo Zaramella, direttore dell’azienda per il trasporto pubblico locale partecipata da Palazzo D’Aronco.

«La linea 1 è attrezzata – ribatte l’assessore competente, Enrico Pizza – e poi non mi risulta che a Trieste, dove i servizi pubblici sono accessibili anche ai disabili, siano stati risistemati tutti i marciapiedi». Nel capoluogo regionale però c’è un altro problema e cioè la sosta selvaggia di auto e motorini. E infatti Zaramella suggerisce regole ferree anche in questo campo. «Servono fermate regolari – ribadisce –, apposite sanzioni del Comune in caso di soste improprie di biciclette, motocicli e automobili, oltre a un regolamento per l’uso del servizio». Ecco che ancora una volta la burocrazia strangola il buon senso.

«È vero che nel tempo tutte le fermate dei bus saranno sollevate – sottolinea Pizza – e, anzi, esiste un progetto che implica il rifacimento di tutta la zona di sosta della stazione che però è bloccato dai legacci del Patto di stabilità. Ma gli autobus possono inchinarsi leggermente su un lato per facilitare la salita dei passeggeri. In questo modo il dislivello diminuisce e la rampa che è sistemata sui mezzi appoggerebbe sul marciapiede. Forse il dislivello non rispetta esattamente l’8%, ma almeno non lasceremmo le persone a terra».

E qui arriva quello che probabilmente è il nodo principale della questione: manca un accordo fra l’azienda e i dipendenti. Un accordo che non si traduce soltanto in termini economici, ma di responsabilità (in caso di incidente) e di tempi di percorrenza. «Tutti gli attori dovrebbero sedersi intorno a un tavolo – fanno sapere fonti sindacali – perché al momento l’intera questione è bloccata da perplessità superabili». La convenzione firmata fra Comune, Provincia e il Coordinamento delle associazioni dei disabili ha radici lontane. Sono passati un paio d’anni e quel patto resta ancora sulla carta. La richiesta era di rendere accessibile la linea 1.

«Il Comune ha sistemato le fermate del Gervasutta, di piazza San Cristoforo, via Vittorio Veneto e viale Europa Unita e l’Azienda ospedaliero universitaria si è occupata della tratta di sua competenza – spiega Pizza –. Insomma, abbiamo operato sulle fermate considerate a suo tempo strategiche. È vero che l’intero progetto non è completo perché manca l’area della stazione. Lì, in particolare per l’autostazione, c’è un piano di alta accessibilità che voglio portare a termine a ogni costo. Abbiamo a diposizione un finanziamento di 150 mila euro per dare forma a un progetto simile alla stazione di Padova: un piano che separi i flussi. Attraversamenti pedonali sicuri, una ciclabile delimitata, fermate del bus a norma e rialzate. Tutto con una sorta di binari creati ad hoc. Più un’area per la sosta breve così da dare risposta anche alle esigenze di un accompagnamento veloce».

In attesa di un trasporto pubblico locale accessibile a tutti, il Comune garantisce ai disabili lo strumento dei buoni taxi e grazie all’ausilio di alcune cooperative esiste anche un trasporto dedicato.

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