Autovie chiede rincari del 2 per cento sui pedaggi in autostrada
UDINE. Autovie venete ha chiesto al ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibile un incremento pari al 2,03% delle tariffe a partire da inizio 2022.
Un atto dovuto, precisa la concessionaria autostradale, perché previsto nel piano transitorio con il Mits, ma che non è affatto scontato trovi attuazione dal momento che lo stesso piano non è stato ancora approvato.
Le interlocuzioni con il governo per il passaggio di consegne da Autovie, la cui concessione è scaduta a marzo 2017, ad Autostrade Alto Adriatico continuano; la strada però non è ancora ben definita.
E così, per il quarto anno consecutivo – l’ultimo aumento si registrò il primo gennaio 2018 –, le tariffe potrebbero restare congelate.
L’incremento chiesto da Autovie, come negli anni precedenti, tiene conto dell’inflazione (1,50%) e di un parametro sulla qualità e sul miglioramento delle manutenzioni delle pavimentazioni (0,53%) sulla base di quanto fatto rispetto al 2020.
Per l’utente automobilista significherebbe un aumento di 5-10 centesimi a seconda delle tratte. Un rincaro da aggiungere agli attuali 2,50 euro del ticket da Lisert a Villesse, ai 4,10 fino a Udine sud, agli 11,20 in uscita a Venezia est.
Ma, a quanto pare, pure stavolta si potrebbe non arrivare al ritocco, in presenza di questioni burocratiche ancora da risolvere con il ministero.
Nel frattempo, Autovie continua il suo impegno nel completamento della terza corsia, anche in altre opere di non secondaria importanza. A cominciare dal Lisert.
La società ricorda che la struttura commissariale per l’emergenza in A4 ha aggiudicato l’appalto del restyling del casello (alla società cooperativa Consorzio Integra di Bologna in raggruppamento temporaneo d’impresa con la Deon di Belluno, importo a base di gara di quasi 9,4 milioni per un’opera che costerà complessivamente 16,5 milioni e verrà completata entro il primo semestre del 2023), con contestuale richiesta di proroga per il decreto di compatibilità ambientale al ministero.
Un’istanza che prevede il coinvolgimento di diverse commissioni e che ha già visto arrivare i primi pareri favorevoli.
Tra gli altri progetti in corso, anche l’installazione di nuove barriere spartitraffico Redipuglia-Lisert, la realizzazione di due aree di sosta di circa 100 posti per i mezzi pesanti a Fratta nord e Fratta sud, l’adeguamento del casello di Portogruaro, l’ampliamento di quello di San Donà, oltre al completamento degli espropri e delle interferenze nel secondo e terzo sub lotto del secondo lotto (Portogruaro-San Donà), propedeutiche alla predisposizione della documentazione di gara per la costruzione della terza corsia in quel tratto.
Sullo sfondo, questione non certo di dettaglio, c’è però il nodo del rinnovo della concessione. I punti di vista sono diversi.
Per evitare la gara europea si è individuata la soluzione del passaggio di consegne da Autovie alla “in house” interamente pubblica Newco Alto Adriatico (Regione Friuli Venezia Giulia con il 67% delle quote e Regione Veneto con il restante 33%), ma i tempi lunghi della burocrazia, con tanto di necessario visto di registrazione della Corte dei conti, non hanno consentito sin qui di chiudere la partita.
E c’è pure da liquidare i soci privati di Autovie, con non meno di 150 milioni di euro. All’inizio della prossima settimana si dovrebbe tenere una riunione al Cipess che potrebbe portare all’accordo di cooperazione: un ulteriore passo in avanti verso il trasferimento di Autovie ad Alto Adriatico, ma la questione rimane non poco complessa
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