Autovie-Serenissima alla resa dei conti

UDINE. Autovie Venete non molla. Serenissima nemmeno. Lo scontro è frontale. Aperto. Titanico. In ballo c’è il business delle autostrade, che significa gestire lavori e incassare pedaggi, ottenendo le concessioni a governare le lunghe strisce d’asfalto. I conti 2013 di Serenissima – che amministra l’autostrada Venezia-Padova – non sono ancora stati approvati dall’assemblea dei soci. Si va di rinvio in rinvio e sul tavolo c’è anche la bocciatura del Collegio sindacale.
Un atto non marginale, perché censura quell’operazione che ha scatenato la guerra tra le due società: l’acquisizione di azioni dell’A4 Holding, che gestisce l’autostrada Brescia-Padova. Autovie ha votato contro la compera di quote, perché ha ritenuto il prezzo sopravvalutato. I revisori danno ragione alla società per azioni, controllata dalla Regione, del Friuli Venezia Giulia.
Il “peso” di Mantovani
Le prime dimissioni dal consiglio di amministrazione arrivano tra marzo e aprile. Serenissima ha cambiato pelle. Soci storici come la Provincia e il Comune di Padova e la Provincia di Venezia hanno via via ceduto le loro partecipazioni. E così ha fatto, più tardi, Archimede 3, società controllata da Save. Al loro posto entrano Serenissima Holding, l’impresa di costruzioni Mantovani e Argo finanziaria che fa riferimento al Gruppo Gavio. A marzo 2014 il presidente del cda Rino Gambari lascia, per motivi personali. A prendere il suo posto “ad interim” è Albino Faccin architetto, amico dell’ex governatore Fvg Renzo Tondo. Autovie venete – che detiene il 22,3 per cento di Serenissima – ha due poltrone nel cda.
La prima viene occupata da Faccin come vicepresidente e la seconda da Ernesto Pezzetta, esponente de La Destra, manutentore di impianti a fune oggi in pensione. A fine aprile Faccin se ne va, si trincera dietro questioni personali, ma si scopre che non gradisce l’incarico di numero uno di Serenissima, tanto da non voler firmare il bilancio 2013. Oggi nel cda di Serenissima sono rimasti sei consiglieri, l’ad Gianfranco Zolletto, presidente facente funzioni, che è un dipendente di Mantovani; Giampaolo Chiarotto, figlio di Romeo patron della Mantovani, ad dell’impresa di costruzioni; Claudio Vezzosi, ad di Argo Finanziaria, voluto da Gavio; il rappresentante della Camera di commercio di Venezia, Giuseppe Molin; la presidente del Consiglio provinciale di Padova Luisa Serato espressa dall’A4 Holding e Pezzetta che scalpita per la riconferma, ma non ha chance.
Il conflitto di interessi
Serenissima vuole una ricapitalizzazione da 10 milioni, Autovie dice no, impegnata a far quadrare i conti per la terza corsia. Gli altri soci ci stanno eppure il capitale resta parzialmente versato. Autovie scende da quel 22,3 per cento che le consente di essere azionista di riferimento e si ferma a 16,91 per cento. La maggioranza relativa è ora in mano a Mantovani con il 26,75 per cento, il 14,45 per cento è di Serenissima partecipazioni, mentre Serenissima holding ha l’8,53 per cento. Seguono Apv investimenti (controllata dal Porto di Venezia) con il 5,75 per cento e Argo Finanziaria con il 5,2 per cento. Il 30 luglio Zoletto convoca il cda e chiede di approvare l’accordo con la società Milano Serravalle per acquisire 86 mila 571 azioni dell’A4 holding, cioè il 4,67 per cento del capitale, a un prezzo complessivo di 44 milioni 151 mila 990,82 euro.
Ben 510 euro a quota. Zoletto, Chiarotto e Vezzosi informano d’essere in conflitto d’interesse, per i ruoli di vertice all’interno dei gruppi che rappresentano, ma aggiungono anche che voteranno. Con cinque sì e un no, di Pezzetta, l’acquisto passa. Ma i revisori avvertono: «Se i consiglieri in conflitto di interessi non avessero votato, la delibera non sarebbe stata approvata».
Chi vuole la Brescia-Padova
Per due sindaci del Collegio – i componenti sono cinque – «le ragioni e la convenienza dell’operazione A4 holding non sono state adeguatamente motivate, mai». Né in cda né nel progetto di bilancio sono state chiarite la strategia e le finalità. A garantire l’operazione sarebbe un impegno finanziario di Mantovani e Argo, ma è un impegno che non copre l’intera manovra finanziaria – dicono i revisori – e non una lettera di manleva, cioè un obbligo finanziario di piena responsabilità che sollevi da ogni onere Serenissima. Le promesse formali di Mantovani e Argo, inoltre, non sono negli atti della società e quindi il Collegio di revisori non può dire che esistono.
«Il Collegio – è scritto nella relazione – ha preso visione unicamente della fotocopia di una lettera di impegno da parte di un socio che subordina il proprio impegno a quello di un altro socio e che comunque non darebbe intera copertura agli impegni sottoscritti». Ma Mantovani e Gavio spingono perché Serenissima incrementi la sua presenza nella Brescia-Padova.
L’aumento di capitale
Una bacchettata dei revisori viene sferrata anche sulla ricapitalizzazione. La sottoscrizione si è chiusa il 16 aprile per 6 milioni 663 mila 236,10 euro, versata però parzialmente e ferma a un milione 665 mila 797,36 euro. L’assemblea ha assegnato al cda la facoltà di effettuare il richiamo dei residui decimi, comunque entro il 31 dicembre 2015. «Il cda non ha ancora richiamato i decimi dei soci, pure essendovi in essere finanziamenti fruttiferi degli stesso soci», scrive il Collegio.
Il ritiro della Cciaa di Padova
Nel 2012 la Camera di commercio di Padova ha manifestato la volontà di uscire da Serenissima, che ha contestato la fondatezza del recesso. Nel dicembre 2012 la Camera di commercio ha avviato la procedura arbitrale. Nel luglio 2013 i giudici con lodo parziale hanno accolto le tesi della Camera di commercio, ma a gennaio 2014 Serenissima ha impugnato l’atto alla Corte d’appello di Venezia. In ballo ci sono 10,6 milioni che la Cciaa reclama. Anche sull’impugnazione i revisori – che sostengono d’essere stati informati il 30 luglio 2014 – ritengono che non siano evidenziati i rischi finanziari e patrimoniali della società. E consigliano la convocazione di un Cda dedicato al nodo.
Troppi 510 euro a quota
Non ci sono analisi o documenti che supportino la congruità della cifra, dice il Collegio che accende un allarme. Perché le azioni dell’A4 Holding nell’ultima asta pubblica dell’agosto 2013 non sono state comprate nonostante il prezzo più basso, di 391,74 euro, ben 118,26 euro in meno a quota. Non solo. Il prezzo medio delle azioni di A4 Holding, iscritte tra le immobilizzazioni finanziarie di Serenissima, è di 458,64 euro contro un valore complessivo in virtù della frazione di patrimonio netto posseduto di 313,12 a quota. Autovie nel novembre 2013 ha denunciato la compravendita di azioni e chiede al Tribunale di Venezia di nominare un collegio arbitrale. Che è al lavoro. La società del Fvg, inoltre, punta a mantenere le due poltrone in Serenissima. I prossimi appuntamenti per Autovie e per la società Veneta sono in programma la prossima settimana. Martedì il Cda di Autovie deciderà formalmente sull’atteggiamento da tenere per l’approvazione del bilancio 2013 di Serenissima quando si ritroverà all’assemblea dei soci che è stata riconvocata mercoledì. Per la quinta volta sui conti 2013.
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