Autovie Venete, da gennaio aumentano i pedaggi
TRIESTE. Se fino a dicembre i pedaggi autostradali sono rimasti congelati, da gennaio il rincaro ci sarà, anche se inferiore all’1 per cento. Sulla rete autostradale di Autovie Venete il traffico è in deciso aumento e dunque la concessionaria non ha risentito dell’aumento zero delle tariffe.
Anzi, tra il bilancio 2014/15 e quello approvato ieri dall’assemblea dei soci – luglio 2015-giugno 2016 – gli introiti da pedaggio sono cresciuti di 9,1 milioni.
È uno dei dati snocciolati ieri a Trieste, dati di un bilancio positivo, con un utile netto di 17 milioni 646 mila euro, a fronte dei 35 milioni 748 mila euro dell’esercizio precedente.
E se l’anno scorso furono distribuiti dividendi per 7 milioni 149 mila euro – il 20 per cento dell’utile netto –, quest’anno la ripartizione si ferma a quota 5 milioni 465 mila 860 euro, cioè 9 millesimi di euro per azione circolante (come mostra la tabella in alto). Ma sul tavolo della concessionaria c’è anche il cambio di pelle di Autovie, che dovrà diventare società interamente pubblica, e gli investimenti per completare la terza corsia.
L’aumento dei pedaggi
È stato il presidente e amministratore delegato Maurizio Castagna a ripercorrere i rincari. Autorizzata dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti nel 2014 la concessionaria elevò le tariffe del 7 per cento, mentre dal 1º gennaio del 2015 l’incremento si fermò all’1,5. La sorpresa è arrivata a gennaio di quest’anno, quando in mancanza dell’approvazione del Piano economico-finanziario per la terza corsia, il ministero congelò le tariffe. Nessun rialzo.
Nemmeno quando in agosto il Cipe ha dato il tanto atteso via libera al Piano, proprio perché il lievitare degli incassi da pedaggi venne ritenuto sufficiente. Le tariffe però sono destinate ad aumentare. Autovie chiederà cioè al ministero un incremento tra lo 0,6 e lo 0,8 per cento, incremento che non è automatico proprio perché l’ultima parola spetterà al dicastero. Nel bilancio 2015/2016 i pedaggi sono valsi alla concessionaria un’entrata di 178 milioni 339 mila euro.
Traffico sempre più su
A far sorridere i vertici della concessionaria ci sono i dati del traffico. Da luglio 2015 a giugno 2016 i veicoli complessivi sono passati da 43 milioni 907 mila a 45 milioni 988 mila, con un incremento del 5 per cento, mentre i veicoli-chilometro sono saliti da 2 miliardi 372 milioni 745 mila a 2 miliardi 474 milioni 188 mila, con un aumento del 4,3 per cento. La ripresa ha riguardato indistintamente tutte le classi tariffarie, anche se l’aumento più significativo è stato quello del traffico pesante (+5,3 per cento) mentre quello leggero si è “fermato” al +4,9 per cento.
Verso la Newco
Come da accordi con il ministero, Autovie è pronta a diventare società interamente pubblica, garanzia che così dall’Europa arriverà il via libera per una nuova concessione – l’attuale scade a marzo – senza dover passare da una gara. Autovie però deve liquidare i privati, soprattutto le banche e a oggi è stellare la distanza tra quanto richiesto dagli istituti di credito e quanto la concessionaria vuole offrire.
E allora la soluzione si chiama Newco. La Regione, cioè, chiuderebbe Autovie per creare una nuova società interamente pubblica e così facendo, secondo i patti parasociali, le banche non potrebbero più alzare il prezzo. In compenso però con gli istituti di credito si arriverebbe a una rottura, che non giova alla Regione. A oggi però la Newco resta la strada più facile.
Si allontana Cav
Un’altra strada data come probabile era la fusione tra Autovie e Cav, concessioni autostradali venete, società formata da Regione Veneto e Anas. Ma l’unione si fa più complicata, a causa delle cattive acque in cui naviga Veneto Strade, società della Regione Veneto su cui il governatore Luca Zaia è concentrato. Resta invece l’interesse di Anas a entrare in Autovie o nella Newco che verrà.
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